Un tuffo nel passato: la scuola elementare nel quartiere di Martin Pescatore negli anni '70 - '80

a cura di Classi 1B - 1C - 1D - 2B - 2C - 2D

Anche quest’anno l’istituto Enea di Pomezia partecipa al progetto “L’Italia siamo noi!”.

Le insegnanti di prima e seconda primaria, dopo alcune perplessità, data la tenera età dei loro piccoli alunni, hanno dato la propria adesione, riflettendo sui valori del senso d’appartenenza e della scuola come agenzia educativa e istituzione radicata nel territorio in cui gli alunni vivono.

Perché non fare una ricerca proprio sulla scuola e sulle sue origini, confrontando il presente con il passato, dando valore alle testimonianze e conoscendo chi ha gettato le basi della scuola che oggi ci accoglie?

Ecco dunque come nasce il presente lavoro: un percorso che ha permesso di incontrare insegnanti, alunni e mamme “del passato” che hanno soddisfatto la curiosità dei bambini, rispondendo alle loro domande sorprendentemente originali e mai banali.

É stato davvero interessante e più emozionante poter “fare storia” studiando un pezzo di passato relativamente recente, gli anni ‘70, attraverso la voce dei protagonisti di quell’epoca, che hanno potuto raccontare in prima persona la loro storia e quella del quartiere.

Siamo abituati alla storia studiata nei libri, attraverso personaggi che non possono interagire con noi, vissuti in un tempo troppo lontano; sembra quasi non siano mai esistiti e che tutto sia un racconto non troppo reale.

E allora grazie a tutti coloro che hanno partecipato, perché con loro abbiamo capito che la storia non è una favola, è vita vera, vissuta da chi è nato prima di noi; il nostro presente viene dal passato, così come il futuro verrà da noi.

Insomma...LA STORIA SIAMO NOI!


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INTERVISTA ALLA MAESTRA ROSSANA LUZZI CLASSE 2^ B

Quest’anno, aderendo al progetto L’ITALIA SIAMO NOI, abbiamo avuto la piacevole opportunità di conoscere la maestra Rossana Luzzi, che ha insegnato per circa 35 anni nel quartiere di Martin Pescatore, sede della nostra scuola. Attraverso un’intervista fatta alla maestra Rossana e alcuni documenti fornitici dalla maestra Irene ( nostra insegnate di classe che ha frequentato da piccola la nostra scuola), si sono creati spunti di riflessioni su alcuni cambiamenti storico-culturali che hanno caratterizzato la struttura e i costumi della nostra scuola.

1.      Qual era il nome della nostra scuola quando lei insegnava?

Si chiamava semplicemente scuola elementare Martin Pescatore di via Torralba.

2.      Quali erano gli orari di entrata e di uscita, c’era anche il tempo pieno?

Si entrava alle 8.30 e si usciva alle 12.30, ma non esisteva il tempo pieno, in quanto erano differenti le esigenze delle famiglie.

3.      L’edificio è stato modificato negli anni ( aule, bagni… )?

Sono stati fatti molti cambiamenti. Dove oggi c'é la mensa, c’erano dei prefabbricati, che si utilizzavano come aule.

4.      Abbellivate la classe con cartelloni, disegni, ecc..?

Si. Inoltre, a me venne in mente di creare nelle mie classi un alfabetiere originale. Facevo portare da casa oggetti personali dei bambini. Appendevo gli oggetti alle pareti e ad ogni lettera corrispondeva l’ oggetto portato da ogni bambino. Mi sembrava un modo per dare più colore e permettere ai bambini di sentire l’aula come un ambiente più familiare e confortevole.

5.      Notava che i bambini, a casa, erano seguiti dai genitori? 

Sì, erano sicuramente seguiti. I genitori si dimostravano collaborativi e molto rispettosi.

6.      Come vestiva lei per andare a scuola?

Amavo vestire in maniera appropriata: alternando uno stile elegante ai jeans e camicia.

7.      Come erano disposti i banchi nell’aula, Lei aveva una disposizione che preferiva e se si, perché?

Le mie classi erano spesso in movimento. In base alle attività, che mi ero prefissata organizzavo i banchi nel modo più appropriato: banchi a ferro di cavallo, in cerchio o gruppi di tavoli.

8.      Quanti libri si usavano?

Due libri uguali per tutti e anche il sussidiario come ricorda la maestra Irene che conteneva tutte le discipline, anche religione. Gli zaini erano molto leggeri. C’era la cartella rettangolare con scomparti interni e non lo zaino con le rotelle.

9.      Ricorda se i suoi alunni consumavano merende sane?

Ricordo un invitante profumo di mortadella. Molti erano soliti portare la rosetta farcita con la mortadella, ma c’era anche chi portava frutta e dolci fatti in casa.

10.  Era possibile fare ricreazione all’aperto e quanto durava?

Si, c' era un bellissimo giardino molto curato con fiori e siepi. Ci si dedicava anche alla realizzazione dell’orto e in particolar modo c’era una mia cara collega che se ne occupava. Una volta abbiamo perfino organizzato una caccia al tesoro all’aperto e per la fine dell’anno spesso organizzavamo la brace con le famiglie come saluto per la conclusione dell’anno scolastico. Non dovevamo chiedere permessi. Liberamente potevamo decidere di predisporre attività all’esterno. Una volta feci fare la macedonia ai bambini, in giardino, sempre finalizzata ad un’attività didattica.

11.  Ricorda se i bambini amavano fare dei giochi in particolare?

C’era un gioco che si chiamava mondo e poi i classici giochi come: campana, girotondo, la corda, nastro di lana da intrecciare tra le dita.

12.  C’era la palestra?

Non c'era la palestra fisica, si utilizzava il giardino con musica e movimento finalizzato. C’erano i giochi della gioventù, concentrati in una giornata particolare. Ci accompagnavano al campo sportivo di Pomezia con autobus forniti da Comune.

13.  Ricorda qualche gita scolastica, in particolare?

Si facevano una/due gite l’anno. Di solito portavamo i bambini alla scoperta di ambienti naturali come laghi, giardini di Ninfa. Negli ultimi anni si andava anche a teatro. La scuola si rendeva disponibile a dare un aiuto a chi non aveva possibilità economiche.

14.  Nelle sue classi, insegnava da sola o insieme ad altre maestre? Ricorda i loro nomi?

       I primi tempi ero da sola e insegnavo tutte le discipline, anche religione. Successivamente  ho iniziato a cooperare con più insegnanti nella stessa classe. Ho lavorato molti anni con le maestre Nelly, Francesca, Enza e Nicoletta.

15.  Dove venivano inseriti i voti degli alunni?

Non esisteva il registro elettronico. I voti venivano inseriti nel registro cartaceo ed erano numerici.

16.  C’è un disegno, una frase, un episodio che le è rimasto nel cuore?

Costruivamo Il libro di fine anno: "diverso non fa rima con…nemico", arricchito da simpatici disegni . Era un lavoro di inclusione, accompagnato dalla musica in sottofondo: ognuno esprimeva il proprio stato d’animo attraverso una rappresentazione grafica.

17.  Come interveniva con gli alunni che assumevano un comportamento poco adeguato?

In gioventù usavo il rimprovero. Nel tempo, ho invitato i bambini a riflettere sui motivi del comportamento inadeguato. Si utilizzava il Circle time, in cui dialogo e spiegazione dell'accaduto erano determinanti per comprendere gli episodi.

18.  Quali erano le materie che si insegnavano? Quale era la sua preferita?

Si insegnavano tutte le materie tranne inglese. La mia materia preferita era italiano.

19.  Cosa pensa della scuola attuale?

Alle insegnanti, oggi, vengono lanciate nuove sfide. Devono continuamente aggiornarsi e confrontarsi con sistemi innovativi. La tecnologia, per esempio, utilizzata nel modo corretto, è un prezioso e validissimo strumento per l’apprendimento (soprattutto per gli alunni che presentano delle difficoltà); ma le informazioni e i sistemi che essa offre, vanno cautamente selezionati

20.  Organizzavate le recite?

Si, tante recite nelle quali alunni, insegnanti e genitori manifestavano grande entusiasmo.

21.  C’è ancora qualche alunno/a con cui è in contatto?

Diversi alunni con cui sono ancora in contatto, hanno organizzato delle cene.

 

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Autori

Classi 1B - 1C - 1D - 2B - 2C - 2D

  • Prof.ssa Emanuela Grandi (coordinamento)
  • Federica Pontesilli