Filomena Delli Castelli

a cura di 4E Liceo Scientifico – Polo Liceale "Luigi Illuminati" (Atri)

Nella ricerca si intende comporre il profilo di una grande donna nella storia della Repubblica Italiana, l'abruzzese Filomena Delle Castelli, una delle due donne abruzzesi che prese parte dell'Assemblea Costituente (1946-1948) insieme Maria Federici.

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DONNE AL POTERE... FUORI DALLA CUCINA! DIVERSI CAMBIAMENTI A FAVORE DELLE DONNE NELLA POLITICA INTERNA.

Donne di ieri

Alla fine del XIII secolo, le donne non avevano né diritti civili, né diritti politici. Il messaggio di libertà e uguaglianza diffuso dalla Rivoluzione Francese introdusse la questione di estensione del diritto di voto anche alle donne. Si apriva così un nuovo dibattito politico che avrebbe spianato la strada alle lotte per il riconoscimento dei diritti delle donne. In Italia il cammino delle donne verso la parità va dalla conquista del diritto di voto, avvenuta con l’Unità d’Italia, alle più recenti politiche. Nella giovane Repubblica Italiana le donne sono escluse dal diritto di voto, ma figure di rilievo come Anna Maria Mozzoni, denunciano questa situazione e, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, nacquero delle organizzazioni impegnate sul fronte dei diritti. Le proposte di legge per estendere il diritto di voto alle donne, nella Repubblica italiana, sarebbero state 20, ma non furono considerate fino alla Seconda Guerra Mondiale. Con il fascismo la questione delle donne diventò più pesante: nel 1925 con la legge Acerbo viene concesso il diritto di voto ad alcune categorie di donne, ma subito dopo, il regime podestarile instaurato, cancella questo diritto appena riconosciuto. (Beatrice Mazzocchitti)

E oggi? Che cosa è cambiato?

Il 10 marzo del 1946 e poi il 2 giugno del 1946 le donne ottennero il diritto all’elettorato attivo e passivo (ossia la possibilità di essere elette. Dalla fine della guerra, da poco conclusasi, per la prima volta è stata nominata al governo una donna, Angela Cingolati, assieme ad altre 12 donne. Nota già per il suo spirito combattivo riguardo al suffragio femminile, la Cingolati condanna la limitatezza dei ruoli riservati alle donne nella politica del nostro Paese. Alle lezioni del 2 Giugno terminate recentemente, è stata eletta all’Assemblea Costituente con 18.165 voti. (Vittoria Occhiocupo)

Angela Cingolani: “Difficilmente le donne possono fare peggio di quanto abbiano fatto finora i maschi.”

L’ASSEMBLEA COSTITUENTE: Le 21 donne della Costituente…

L'Assemblea Costituente della Repubblica italiana, composta da 556 deputati, fu eletta il 2 giugno 1946 e si riunì per la prima volta il 25 giugno nel palazzo Montecitorio. L'Assemblea continuò i suoi lavori fino al 31 gennaio 1948. Durante questo periodo si tennero 375 sedute pubbliche, di cui 170 furono dedicate alla discussione e all'approvazione della nuova Costituzione. Gli atti dell'Assemblea Costituente fanno parte della grande serie degli Atti parlamentari e costituiscono la cerniera fra gli Atti del Regno e quelli della Repubblica. Il compito dell'Assemblea, come previsto dal Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 98/1946, era quello di redigere la nuova Costituzione. A questo si affiancavano altri tre doveri: votare la fiducia al governo, approvare le leggi di bilancio e ratificare i trattati internazionali. Gli articoli della Costituzione sull’uguaglianza, la famiglia, il lavoro e la battaglia per l’accesso alla magistratura sono solo alcune delle conquiste ottenute grazie all’ingresso di 21 donne dell’Assemblea Costituente, elette il 2 giugno 1946. Per la prima volta, le donne andarono a votare, contribuendo a cambiare il Paese nella transizione epocale alla Repubblica, sancita dal referendum. In quattordici su ventuno erano laureate, la maggior parte di loro lavorava, diverse erano impegnate nel mondo della scuola, e altre senza un titolo di studio; molte avevano vissuto la clandestinità durante il regime (come Teresa Noce e Rita Montagnana) e partecipato alla Resistenza (Teresa Mattei, Nilde Iotti, Angela Gotelli, Laura Bianchini). La parità uomo-donna era la priorità per le Costituenti il cui obiettivo era emancipare la popolazione femminile dalla dipendenza a cui era condannata durante il regime fascista. (Valentina Balducci, Fabiana Di Berardo)

…e il loro ruolo.

Le elette si impegnano dunque per fissare il principio di uguaglianza nell’articolo 3 della Carta (“tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione…”), rafforzato e specificato dagli articoli 29 (“il matrimonio è ordinato sull’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi”) e 37 (“la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore”). Sono risultati fondamentali perché a partire da lì sarà possibile la riforma del diritto di famiglia a cui si arriverà nel 1975. D’altronde già alla Costituente, in diverse occasioni, le 21 deputate superarono la propria ideologia politica in nome del bene comune, in qualche caso senza il successo sperato a causa delle resistenze conservatrici dei colleghi. L’emendamento proposto da Teresa Mattei e Maria Maddalena Rossi, al termine di un intenso dibattito, che avrebbe aperto le porte alle donne magistrate, fu bocciato dal voto segreto. A volte anche le sconfitte sono un punto di partenza. Sul cammino delle donne negli anni ’70 e ’80 in tema di diritti e affermazione di una società più moderna e avanzata che prevedesse lo scioglimento del matrimonio, l’interruzione di gravidanza, l’abolizione del delitto d’onore, le norme contro violenza sessuale si è soffermato il collettivo Controparola, fondato da Dacia Maraini nel 1992, e costituito da giornaliste e scrittrici. Nei volumi Donne della Repubblica e Donne nel 68, le autrici raccontano queste conquiste attraverso figure chiave le cui vicende hanno spianato la strada ai provvedimenti legislativi. È il caso della siciliana Franca Viola che, appoggiata dal padre, si rifiutò di sposare colui che l’aveva violentata, impedendogli così di estinguere il reato: una vicenda che porterà ad abolire il matrimonio riparatore. Seguita da Emma Bonino e le sue battaglie per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di una legge che regolasse l’interruzione di gravidanza. Importantissimo anche il lavoro dell’avvocata delle donne Tina Lagostena Bassi: la sua azione legale tesa a dimostrare che, di fronte alla violenza sessuale, è inaccettabile la colpevolizzazione della vittima ha fatto sviluppare una diversa consapevolezza su come affrontare i processi. Donne fiere di poter partecipare alle scelte politiche del Paese nel momento della fondazione di una nuova società democratica. La loro intensa passione politica le porterà a superare i tanti ostacoli che all'epoca resero difficile la partecipazione delle donne alla vita politica. (Giorgia Pezzella, Angelica D'Oliva)

In memoria di Filomena Delli Castelli, la donna abruzzese che scrisse la Costituzione.

Filomena Delli Castelli, detta Memena, fu una delle due donne abruzzesi, insieme con Maria Federici, a essere eletta all’Assemblea Costituente. Dopo aver conseguito il diploma magistrale nel 1933, Filomena si iscrisse alla facoltà di Lettere presso l’Università Cattolica di Milano. Nel 1940 si laureò a pieni voti e, rientrata in Abruzzo, dove si trovò a insegnare proprio presso l’istituto in cui aveva studiato per conseguire il diploma, durante l’occupazione tedesca prese parte alla Resistenza sia come crocerossina che con un’intensa attività clandestina, curandosi in particolare dei profughi giunti in massa nella provincia di Pescara. Sempre in questo periodo aderì al primo nucleo della Democrazia cristiana abruzzese, assumendo anche l’incarico di segretaria provinciale per la sezione femminile. Istruita e colta, diretta nella comunicazione e dotata di ottime capacità organizzative, venne apprezzata dai dirigenti nazionali; in particolare, fu Mario Cingolani, esponente di spicco della direzione nazionale della Dc, a chiederle di trasferirsi a Roma, per seguire il Movimento femminile del partito a livello nazionale. Fu Angela Maria Guidi, moglie di Cingolani, a individuare immediatamente in lei una candidata ideale per l’Assemblea Costituente. Memena svolse quindi la campagna elettorale nella propria regione, andando di casa in casa per spiegare come votare e quanto fosse importante farlo. La gente apprezzava i suoi comizi, nei quali lei sceglieva di esprimersi con un linguaggio più semplice di quello usato dagli uomini, e, soprattutto, meno polemico ed aggressivo; E così, a soli trent’anni, fu eletta all’Assemblea Costituente con oltre 27.000 voti di preferenza: un grande successo personale ottenuto anche, come lei stessa ammise, grazie alla rete delle parrocchie e al passaparola. Ma confessò anche che, entrando alla Camera, avvertì forte il peso della responsabilità che si stava assumendo. Nella costituente Delli Castelli confermò la sua determinazione nel sostenere la causa dei diritti femminili che, come lei stessa ricorda, unì in modo trasversale tutte le costituenti indipendentemente dallo schieramento politico. Nel 1948 venne eletta alla Camera dei Deputati. Nella seduta parlamentare del 22 ottobre 1952 chiese al Governo di introdurre l’insegnamento della storia dell’arte in tutte le scuole medie superiori proponendo, come docenti, gli artisti, i pittori e gli scultori locali; nell’intervento del 19 dicembre 1952, si proclamò favorevole all’insegnamento della cinematografia nelle scuole come valido aiuto per gli insegnanti. Nel frattempo venne anche eletta prima consigliera comunale e poi sindaca a Montesilvano, dal 1951.

Di Lei va ricordato l’impegno assiduo nel difendere la nostra Costituzione, la sua appassionata capacità di parlare di valori veri alle giovani generazioni, il suo richiamo costante al rispetto delle istituzioni democratiche. L’Abruzzo perde certamente una delle personalità più importanti ma è orgoglioso di conservarne memoria e indicarne l’esempio, dalla freschezza del suo pensiero politico, al profilo semplice ed austero conservato in tutta la sua vita. Nel 2015, a cinque anni dalla morte, presso il Teatro comunale di Città Sant’Angelo è stato presentato il suo memoriale “Sulla strada del mio tempo” che la stessa Filomena Delli Castelli dettò alla sua sorella spirituale Bruna Romano. Il memoriale, curato da Ezio Sciarra con postfazione storico-istituzionale del prof. Luigi Mastrangelo, rappresenta uno spaccato illuminante su una delle protagoniste della rinascita dell’Abruzzo dopo la Seconda Guerra mondiale.

(Chiara Marucci, Cristina Mazzocchitti)

Il ruolo della donna: da ieri ad oggi…

Il ruolo della donna nella società lungo il corso dei secoli ha subito molti cambiamenti, ma una costante c’è: è stata sempre sottoposta a un trattamento meno favorevole di quello riservato all’uomo su ogni punto di vista e per molto tempo ha dovuto sopportare l’esclusione da una serie di diritti e di attività sociali. Volendo riportare alcuni esempi, nel Medioevo la figura della donna era vista sotto due punti di vista differenti: da una parte in modo angelico e spirituale (come qualcosa da proteggere perché percepita come fisicamente debole e moralmente fragile) e dall’altra stregonesco e maligno (una creatura demoniaca, tentatrice nella sua forma). Nella sfera cristiana aveva nello stesso modo pochi diritti, nonostante la religione predichi uguaglianza; quando si sposavano la loro dote veniva controllata dal marito, non era loro possibile scrivere il testamento ed erano padrone solo della sfera domestica. Il movimento femminista nacque in Francia ai tempi della Rivoluzione francese; le donne contribuirono alla conquista della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo ma in questa non venivano in alcun modo dichiarati i loro diritti. Esse però ebbero un ruolo attivo nella Rivoluzione perché facevano parte delle folle in rivolta e in molte ebbero il ruolo di protagoniste, prima su tutte quella di Versailles.

A partire dal 1789 le donne proclamarono le loro richieste per mezzo di opuscoli e petizioni. Così riuscirono ad ottenere delle iniziali concessioni, come il diritto al divorzio. Le rivoluzionarie femministe non videro mai realizzati i loro desideri perché l’emancipazione era cosa da pochi, infatti molte donne restavano in silenzio a subire, accettando il loro ruolo di sottomissione. Nel 1804 Napoleone emanò il Codice Civile e questa fu una vera e propria sconfitta per le donne francesi poiché venne affermata, nella sfera famigliare, la completa sudditanza al padre prima e al marito poi, in più persero il loro diritto al divorzio. Intanto negli Stati Uniti nel 1851 venne firmata la Convenzione di Seneca Falls. Il documento permetteva alle donne il rifiuto all’obbedienza e la necessità di ribellarsi di fronte alla legge per conquistare i propri diritti. In Italia invece, da poco unita, le donne erano escluse da qualsiasi ambito politico ed era loro vietato il diritto di veto al pari degli analfabeti. In più non avevano nemmeno la tutela sui figli legittimi. Se sposate e lavoratrici le loro finanze venivano gestite esclusivamente dal marito. Nei primi del ‘900 la situazione non era cambiata, il lavoro femminile non era riconosciuto e lo stipendio delle lavoratrici era pari alla metà di quello dei lavoratori.

Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale le discussioni sul suffragio femminile vennero interrotte, ma ci fu la possibilità di apertura di nuovi spazi nell’emancipazione, infatti i posti di lavoro lasciati dagli uomini per il fronte vennero occupati dalle donne per quanto riguarda i campi e le fabbriche. Nel dopoguerra, più precisamente il 6 settembre 1919 la Camera approvò la legge sul suffragio femminile, ma le camere vennero sciolte prima che il Senato potesse approvare. Il regima fascista fu causa di una brusca interruzione nell’ascesa del ruolo della donna, infatti questo cercò in tutti i modi di spingere le donne all’interno delle loro mura domestiche con il solo ruolo di procreatrici di figli per la patria e di sudditanza di fronte all’uomo. Le donne non si fecero sopraffare del tutto e si unirono alle file della Resistenza rappresentando circa il 20% dei partigiani. Il 1° Febbraio 1945 venne finalmente concesso il voto alle donne (anche se le prostitute vi erano ancora escluse) e con la Costituzione del 1948 venne garantita l’uguaglianza formale tra i due sessi. Con il primo Parlamento della storia repubblicana, vennero elette 45 donne alla Camera e 4 in Senato; Lina Merlin divenne la prima Senatrice in tutta la storia italiana.

Alla fine degli anni ’60, l’onda lunga della seconda ondata femminista e del movimento di protesta globale colpisce anche l’Italia. Nei primi anni ’70 nasce il Movimento di liberazione della donna (MDL), con lo scopo di informare sui mezzi anticoncezionali anche nelle scuole e ottenere la loro distribuzione gratuita, liberalizzare e legalizzare l’aborto, creare asili nido, e vuole raggiungere i seguenti obbiettivi attraverso la disobbedienza civile. Durante gli anni ’70 viene concesso il divorzio, nel 75 avviene la riforma del diritto di famiglia per cui i coniugi sono uguali davanti alla legge ed è loro concessa la possibilità di comunione dei beni, ma solo nel 1981 verrà abolito il delitto d’onore. Dal 66 le donne possono arruolarsi nell’esercito italiano, ma per quanto riguarda le leggi che tutelano le donne dallo stalking e dal femminicidio si sono dovuti aspettare rispettivamente il 2009 e il 2013.

Oggigiorno però ci sono ancora molti passi da fare per ottenere la vera parità, tuttavia i progressi fatti nel mondo occidentale lasciano ben sperare che un giorno la donna possa finalmente avere gli stessi diritti dell’uomo in tutto il mondo. Il ruolo della donna nella storia è stato fondamentale su ogni punto di vista. Un personaggio importante, stimato e rispettato in tutto il mondo nell’ambito scientifico, è Rita Levi Montalcini. Nel 1936 si è laureata in medicina: in seguito ha scoperto il fattore di crescita nervoso. Ha esaminato a lungo il cervello umano, le sue reazioni a stimoli e le cellule nervose. Nel mondo dell’arte Frida Kahlo è un punto di riferimento come modello di forza, indipendenza e stile. La sua caparbietà è stata il motore di quei passi che hanno portato all’indipendenza.

Sono state così tante le donne che hanno avuto un ruolo di punto di riferimento nella storia della vita umana che non basterebbe un libro intero per elencarle tutte.

(Veruska Nallira, Alessia Cipriani, Francesca Erasmo)


Autori

4E Liceo Scientifico – Polo Liceale "Luigi Illuminati" (Atri)

  • prof. Vincenzo Lisciani Petrini (coordinamento)
  • Francesca Erasmo
  • Chiara Marucci
  • Cristina Mazzocchitti
  • Veruska Nallira
  • Giorgia Pezzella
  • Alessandra Spezialetti