Le PARALIMPIADI del 1960
Le Paralimpiadi sono una manifestazione sportiva, sia estiva che invernale, alla quale possono partecipare solo le persone disabili da tutto il mondo. La prima edizione delle Paralimpiadi fu svolta nel 1960 dal 18 al 25 Settembre a Roma, poco dopo la fine delle Olimpiadi, e vi parteciparono 400 atleti provenienti da 21 paesi.
CENNI STORICI
Questa nuova tipologia di Olimpiadi è nata grazie al magnifico lavoro e alla dedizione dell’italiano Antonio Maglio, primario del centro paraplegici INAIL, e del tedesco Ludwig Guttmann, neurologo e dirigente sportivo tedesco naturalizzato britannico. Tutto nasce dopo la II Guerra Mondiale, quando il medico Guttmann crea ed organizza la competizione Stoke Mandeville, riservata ai veterani che avevano riportato gravi danni alla colonna vertebrale. Poi il medico Maglio propose di organizzare questa competizione a Roma ed estenderla a persone di tutto il mondo. L’ufficialità si ebbe nel 1958 affinché si disputasse due settimane dopo la fine delle Olimpiadi. Nonostante la prima edizione delle Paralimpiadi si sia svolta nel 1960, la denominazione di Giochi Paraolimpici venne approvata ufficialmente dal CIO solo a partire dal 1984. Nel 1960 quindi le Paralimpiadi erano considerate ufficiose e non ufficiali ma si svolsero con il benestare del CONI, infatti furono usati gli stessi impianti e gli stessi alloggi delle Olimpiadi per le varie competizioni sportive. Tuttavia, gli organizzatori non tennero conto del fatto che quelle strutture non avevano né ascensori né scale apposite per le carrozzine[1], quindi i soldati dell’esercito italiano dovettero trasportare gli atleti su e giù per le scale di queste abitazioni. [2] Una cosa particolare è che nelle prime edizioni delle Paralimpiadi erano ammesse solo persone in carrozzina, quindi con disabilità legate alle gambe o alla spina dorsale, perché erano quelle di cui i dottori Maglia e Guttman si occupavano; poi, nel tempo, sono stati aggiunti persone con ogni tipo di disabilità. Infine, nel 1960 fu costituito, sotto la protezione della Federazione mondiale degli ex militari, un gruppo di lavori incaricato di studiare e di approfondire la relazione tra sport e disabilità, il che portò alla creazione della ISOD ovvero un organismo che rappresentava sia gli atleti amputati sia quelli con diverse disabilità.[3]
L’EVENTO
Il 18 settembre 1960 ci fu la cerimonia di apertura nello Stadio delle Aquile, all’interno dell’impianto sportivo dell’Acqua Acetosa, alla quale parteciparono circa 5000 spettatori, oltre ai 400 atleti disabili. La cerimonia di chiusura, invece, si fece nel Palazzetto dello Sport, vicino al villaggio olimpico. La prima nazione a sfilare alla cerimonia di apertura fu la Gran Bretagna in quanto nazione fondatrice del movimento paralimpico, mentre l'Italia chiuse il corteo delle delegazioni in quanto paese ospitante dell'evento. Tutto l’evento sportivo era diviso in 57 eventi, associati ad 8 sport quali l’atletica leggera, biliardo, nuoto, pallacanestro in carrozzina, scherma in carrozzina, tennis da tavolo, tiro con l’arco e tiro del dardo. Le gare si tennero in diversi luoghi: il nuoto nella Piscina del Foro Italico, il tennis da tavolo nel Villaggio Olimpico mentre tutti gli altri nel complesso sportivo delle “Tre Fontane”. [4] L’intera squadra italiana era costituita da giovani divenuti disabili a causa di gravi infortuni sul lavoro provenienti dal Centro Paraplegici di Ostia e rappresentò la delegazione più numerosa e più titolata. Le nazioni con più medaglie vinte quindi furono: Germania Ovest con 30 medaglie, Gran Bretagna con 55 medaglie e Italia con 80 medaglie.
L’atleta più titolato invece fu l’italiana Maria Scutti con 15 medaglie vinte. [5]
Il motto dei Giochi Paraolimpici era ed è tutt’ora: “Amicizia, Unità e Sportività”.
"UNA CONQUISTA UMANA"
Queste Paralimpiadi sono state anche una conquista umana perché fino a quel momento i disabili erano spesso persone emarginate e considerate senza valore, poiché non potevano lavorare o fare cose normali per tutti gli altri. Invece, da quel momento, tutti (sia le altre persone che loro stessi) riuscirono a vedere delle potenzialità nei disabili perché potevano diventare atleti professionisti e gareggiare tra loro a livello mondiale, quindi portando prestigio alla propria nazione.
I Giochi di Roma furono considerati un momento storico per lo sport e per l’umanità, specialmente per Guttman e Maglia, perché videro coronati tutti i loro sforzi e i loro sacrifici per questa causa. Un altro momento importante è stato il discorso di Papa Giovanni XXIII agli atleti e accompagnatori di quella prima edizione, ai quali egli rivolse queste parole:
"Diletti figli, voi avete dato un grande esempio che noi amiamo rilevare perché può essere utile a tutti; avete mostrato quello che può realizzare un'anima energica, malgrado gli ostacoli in apparenza insormontabili che il corpo gli oppone".
DEFINIZIONE degli ACRONIMI
- INAIL = Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro
- CIO = Comitato Olimpico Internazionale
- CONI = Comitato Olimpico Nazionale Italiano
- ISOD = Organizzazione Sportiva Internazionale per i Disabili
[1] Non esisteva ancora la sensibilità relativa alle “barriere architettoniche” infatti l’introduzione ufficiale di questo termine all’interno della normativa risale al 1967. Il primo testo di legge che affronta la materia è infatti la circolare del Ministero dei Lavori Pubblici 425 del 1967.
[2] https://www.abbanews.eu/mondi-e-orizzonti/paralimpiadi-correva-lanno-1960/
[3] https://www.treccani.it/enciclopedia/paralimpiadi_%28Enciclopedia-dello-Sport%29/
[4] https://www.mediterraneanknowledge.org/publications/index.php/wps/article/view/199
[5] IBIDEM
[6] https://www.treccani.it/enciclopedia/paralimpiadi_%28Enciclopedia-dello-Sport%29/
ANTONIO MAGLIO
Antonio Maglio (Il Cairo, 8 luglio 1912 – Roma, 1988) è stato un medico e neuropsichiatra italiano, celebre per aver creato e promosso i Giochi Paralimpici.
Pioniere delle terapie di riabilitazione dei disabili, fin dal conseguimento della laurea in medicina, ottenuta presso l'Università degli Studi di Bari nel 1935, Maglio si interessò alla riabilitazione dei disabili, moltissimi dei quali gli devono il miglioramento dell'aspettativa di vita ed il reinserimento nel corpo della società civile.
Consulente medico dell'Inail, nel 1957 fu nominato direttore del neocostituito Centro Paraplegici "Villa Marina" ad Ostia. In tale veste sperimentò nuove tecniche e metodologie per la riabilitazione, con effetti praticamente immediati, tra cui riduzione della mortalità ed attenuazione degli stati di depressione dei soggetti. In particolare, sulla base delle idee del neurologo anglo-tedesco Ludwig Guttmann, introdusse lo sport per le persone in carrozzina, facendo praticare ai suoi pazienti atletica leggera, nuoto, pallacanestro, scherma, tennistavolo, tiro con l'arco. Per tale ragione è considerato il padre dello sport paralimpico italiano.
Nel 1958, Maglio convinse Guttmann a portare le competizioni di Stoke Mandeville del 1960 a Roma, sostenendo che avrebbe persuaso le maggiori autorità politiche e sportive italiane ad organizzarli negli stessi impianti ed alloggi che, poco prima, avrebbero dovuto ospitare le gare olimpiche.
Grazie alla sua rete di contatti ed alla sua posizione all'interno di uno dei maggiori enti di previdenza del paese, Maglio riuscì effettivamente nel suo intento e nel 1960 i Giochi si tennero a Roma.
Maglio continuò la sua attività fino agli anni '80, promuovendo lo sport paralimpico e facendo gareggiare decine e decine di atleti paraplegici italiani nelle competizioni internazionali.
http://www.memoriaparalimpica.it/ViewDocument.aspx?docid=e976d439ea00430c914556b3734148a9