Associazione Madrigale per Lucia
L’Associazione “Madrigale per Lucia” è nata nel 2007 pochi mesi dopo la morte di Lucia Mastrodomenico. L'Associazione intende rendere disponibili gli scritti di Lucia, tener viva la sua memoria, attualizzare il suo pensiero.
Gli obiettivi dell’associazione sono:
• Tenere viva la memoria di Lucia Mastrodomenico, della sua testimonianza di vita, delle sue opere, della sua pratica a favore delle donne, dei bambini e delle immigrate extracomunitarie;
• Promuovere iniziative politiche, culturali, editoriali finalizzate a tener vivi i principi ispiratori della vita di Lucia Mastrodomenico: amore, bellezza, competenza dell’esserci, coerenza.
• Ripensare la differenza sessuale per la diffusione della cultura dell’essere in due in nome della convivenza universale.
• Diffondere il concetto di amore e della sapienza dell’amore
• L’Associazione organizza il Premio Lucia Mastrodomenico, aperto agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e, da quest’anno scolastico, 2021-2022, anche alla scuola secondaria di primo grado. Gli studenti delle scuole che aderiscono al progetto possono partecipare inviando diverse tipologie testuali, un saggio breve o di un testo narrativo, o rappresentazioni artistico-espressive, come disegni, opere pittoriche, grafiche, fotografiche, prodotti audiovisivi, poesie.
L’Associazione prende il nome della rivista “Madrigale” fondata e diretta da Lucia Mastrodomenico negli anni 80.
Lo scopo è quello di far conoscere la vita e le opere di Lucia alle nuove generazioni in modo che il ricordo della sua esemplare esistenza sia di speranza ed impulso per lo sviluppo umano e che la gente sappia che Lucia, femminista, animatrice, giornalista, componente della Commissione Regionale Campania per le Pari Opportunità, ha lottato per la libertà e la dignità delle donne e dei bambini, in coerenza coi principi della differenza sessuale, fondando il suo impegno sulla vita di relazione, in particolare tra donne.
Le principali iniziative svolte dall’Associazione “Madrigale per Lucia” dal momento della sua fondazione sono:
Nel 2007 il Seminario su Salute e Differenza di genere, La ricerca/intervento - Ripensare la differenza, gli Aspetti sociali e sanitari della differenza di genere, l’Etica sanitaria e differenza di genere e l’Epidemiologia della differenza di genere in sanità ad Avellino.
Nel 2008 Sala Bar “Gambrinus” a Napoli A cura della Commissione regionale Pari Opportunità in cui è stato annunciato che il nome “Lucia” è stato dato ad un fiore, una Gerbera Ibridata, dedicato a Lucia Mastrodomenico ed il Concerto per Lucia
Nel 2009 Premio Napoli, Le Voci della città con Lucia Mastrodomenico
Nel 2010 Ricordare Lucia Mastrodomenico a Calitri (AV)
Nel 2011 Libreria “La Feltrinelli” a Napoli, Convegno “Con Lucia: tre donne e Napoli”. Tre giovani ricercatrici hanno discusso, partendo dall’articolo di Lucia “Solo l’amore salva", su bambini, donne, Napoli e paesi del sud del mondo.
Nello stesso anno: Mensa Bambini Proletari a Napoli Convegno “Associazioni, Movimenti, Politica, Differenza Sessuale”
Nel 2012 alla Sala Unione Industriali a Napoli La Commissione Pari Opportunità dell’Unione Industriali di Napoli ha intitolato il Premio Tesi N.O.I. (Nuovi Orizzonti d’Impresa) alla memoria di Lucia Mastrodomenico.
Sempre nel 2012 è stato pubblicato il libro contenente scritti di Lucia, Solo l’amore salva, curato da Anna Nappo, Cinzia Mastrodomenico e Patrizia Melluso
C'è un gioco semantico tra la parola madrigale e madre?
Intervista al Dott.re Roberto Landolfi, marito di Lucia Mastrodomenico
Lucia Mastrodomenico vita e scritti
Lucia Mastrodomenico nasce a Calitri nel 1952, si trasferisce a Napoli molto
giovane con la madre e la sorella maggiore Cinzia. Sposerà Roberto Landolfi,
brillante medico, che le resterà accanto fino alla sua morte e dopo conserverà
in sé la sua memoria creando insieme a Cinzia e alle amiche più strette
l’Associazione “Madrigale per Lucia”.
Nel 1972 Lucia insieme alla sorella e i loro compagni crearono “la mensa dei
bambini proletari” e molto in fretta si avvicinò anche al femminismo
supportando e facendo parte alle manifestazioni delle Nemesiache.
Negli anni 80’ Lucia aderisce all’associazione “Lo specchio di Alice” e fonda
“Madrigale”, rivista trimestrale che tratta di politica e femminismo ed esprime
la sua “concezione dell’impegno civile e politico”; nel 1993 pubblica Gli anni
70’ e Napoli, nel 1999 si occupa da volume Dèfilè.
Nel 2001entra nella Commissione Pari Opportunità. Nel 2005 per la CRPO
(Commissione Regionale Pari Opportunità) della Campania tenne una
conferenza con Luce Irigaray all’Istituto di Studi Filosofici sul tema
Imparare ad amare e le dedicò un’intervista-dialogo che la filosofa
pubblicherà nel suo libro Oltre i propri confini.
Nel 2006 con Angela Puntino fonda una rivista on line
«Adateoriafemminista» e il primo numero uscì nell’ ottobre di quello
stesso anno. Il terzo conterrà l’ultimo articolo di Lucia, Solo l’amore salva.
A causa di un infarto, per lei fatale, Lucia muore nel Capodanno del 2007.
Come e dove vi siete conosciuti lei e Lucia?
Intervista al Dott.re Roberto Landolfi, marito di Lucia Mastrodomenico
Che donna era quando l'ha conosciuta?
Intervista al Dott.re Roberto Landolfi, marito di Lucia Mastrodomenico
Lei per ora ci ha raccontato i momenti felici di Lucia ma ovviamente come tutti anche lei ha sofferto, ci può raccontare un aneddoto?
Intervista al Dott.re Roberto Landolfi, marito di Lucia Mastrodomenico
LA MENSA DEI BAMBINI PROLETARI
La mensa dei bambini proletari era un Istituto Popolare, fondato nel 1973 a Napoli da Lucia Mastrodomenico .
La casa dei Bambini si apriva su un giardino dove era stato piantato un albero di fico. L’androne, colorato di rosa, era quasi sempre inondato di sole. Sorgeva in un angolo di Montesanto che un tempo faceva paura solo a nominarlo: “ le Cappuccinelle".Durante il periodo fascista il complesso venne rinominato “Istituto di osservazione minorile”,per poi riprendere la sua funzione rieducativa nel secondo dopoguerra fino al 1985.
“ Si nun faje o bravo ti rinchiudo alle Cappuccinelle”.
Nel 9 marzo 1973 nel ventre di una città ancora afflitta dalla miseria fu inaugurata la mensa dei bambini proletari, che fino al 1980 sarebbe stata un punto di riferimento per tutti coloro che avevano scelto di mettere i bambini (in particolare quelli delle Cappuccinelle) al centro della loro azione sociale e culturale.
La mensa nacque durante gli stessi anni in cui esplodeva il terrorismo, con l’obiettivo di offrire accoglienza e sostegno alla parte più diseredata di una città anch’essa diseredata.
Le prime ad arrivare, alle Cappuccinelle,erano Costanza e Maria. Facevano le cuoche: ai bambini piaceva vederle cucinarle. Il loro compito era far mangiare ai figli di un quartiere in miseria. Poi arrivava Goffredo Fofi, lui organizzava gli incontri, i seminari,i dibattiti, ma quando c’era da lavare padelle, piatti e pentole non si tirava indietro . La mensa era una grande tribù aperta. I bambini si accalcavano nell'androne buio di un palazzo umido e scorticato. Alcuni avevano il grembiule della scuola, altri venivano dalla bottega di qualche mastro.
Nell’anno del colera, quel 1973, la Mensa diventò il cuore della Napoli progressista, attivando anche un centro medico. A partire dal 1977, non riuscendo più a sostenere le spese, la Mensa fu costretta gradualmente ad eliminare il pasto giornaliero, conservando però tutte le attività di animazione, dal teatro al giornalismo alle grandi costruzioni allestite da Peppe Carini.Iniziative per gli anziani e Scuola Popolare di Musica con Peppe Merlino e Pasquale Scialò. L’ ultimo regalo: una magica serata in giardino con Sergio Bruni e Salvatore Palomba.
La mensa dei bambini proletari
Intervista al Dott.re Roberto Landolfi, marito di Lucia Mastrodomenico
Il movimento femminista napoletano: le Nemesiache
Le Nemesiache, nome di un gruppo di donne che a partire dai primi anni
’70, hanno dato vita ad un nuovo percorso dell’essere DONNA. Hanno
aderito e partecipato all’idea di un “quotidiano diverso”, fatto soprattutto
di condivisione del tempo e dello spazio, nella ideazione e realizzazione di
relazioni e azioni politiche creative in una ricerca continua in tutti i settori
dell’espressione, dalla creazione artistica al teatro, dal cinema alla
filosofia, dalla poesia ad una prospettiva femminile di rapporto con il
mondo del lavoro. La disponibilità e l’apertura del gruppo ha dato a molte
donne la possibilità di partecipare, spesso anche in modo temporaneo, ad
un progetto politico non diviso dal modo di vivere.
Ben presto Lucia Mastrodomenico si avvicina al femminismo, mettendo in
crisi il modello organizzativo, maschilista, di Lotta Continua.
Partecipa quindi alle iniziative delle Nemesiache, femministe napoletane
che professano una totale autonomia da schemi e omologazioni culturali
maschili. Nell’83, mettono in scena lo spettacolo “Eliogabalo o la caduta
dell’androgino”, l’ultima elaborazione di Lucia con le Nemesiache.
Poi però si allontanerà da questo collettivo femminista napoletano spinta
dal bisogno di un maggiore approfondimento teorico-politico.