Gli albori della Sagra del Mandorlo in Fiore
La Sagra del Mandorlo in fiore nasce nel 1934 a Naro, piccolo paese a pochi chilometri da Agrigento, su iniziativa di menti poetiche e fantasiose, volta a festeggiare l’arrivo della primavera già preannunciata dalla fioritura dei mandorli. L' idea di realizzare una festa allegra e divertente e con un contributo indiretto alla commercializzazione dei prodotti agricoli locali, nasce un pomeriggio d'inverno del 1934 in una saletta dell'Hotel des Temples di Agrigento, una struttura ricettiva di prim'ordine che ospita una clientela selezionata. Qui si svolge lo storico colloquio tra il dott. Alfonso Gaetani, conte d’Osero di Naro, e l’ambasciatore di Francia, il conte Charles De Chambrun, affascinato dalla Sicilia, che dà origine al progetto della Sagra del Mandorlo fiorito. A Naro, per celebrare la stagione primaverile, allegri festeggiamenti occasionali, volti a spezzare la monotonia, allietano le vie del paese. Presso l’Istituto delle suore di S. Vincenzo, la validissima maestra Tuttolomondo prepara ed insegna ad un gruppo di allieve della migliore società narese canti e balli popolari per farle esibire sul palco durante i festeggiamenti di primavera. Il conte Gaetani, quindi, coinvolgendo l’insegnante e le sue allieve, organizza una festa spensierata per celebrare l’arrivo della nuova stagione. Anche contadini e artigiani del luogo offrono volentieri il loro contributo per la buona riuscita della festa. Per alcuni anni la festa costituisce un appuntamento annuale atteso con entusiasmo dalla popolazione. Naro, nella domenica stabilita dagli organizzatori, viene allietata da canti, danze armoniose, suoni di fisarmoniche, mandolini, friscaletti, chitarre che accompagnano un corteo di carri decorati con rami fioriti e cavalli bardati: nasce così la festa popolare del Mandorlo Fiorito.
La Sagra agrigentina
Nel 1937 il conte Gaetani, per motivi logistici e per promuovere la partecipazione di tutta la provincia alla festa, trasferisce la manifestazione ad Agrigento, città più idonea ad accogliere un gran numero di visitatori. Così nella prima domenica di febbraio, seguendo un preciso itinerario, si assiste a sfilate di carri allegorici addobbati a festa, a esibizione di cantanti e di gruppi in costume tipico. Molti contadini e artigiani contribuiscono alla realizzazione dell'evento del luogo con considerevoli vantaggi economici per la provincia.
La festa presenta ancora il suo carattere popolare ma con un’impronta diversa: accanto alla celebrazione delle bellezze artistiche e culturali c’è un evidente intento di promuovere l’economia agricola della città e soprattutto del mandorlo e della mandorla, frutto con cui si preparano in Sicilia prelibati dolci come il torrone, e da cui si estrae il prezioso olio utilizzato per uso farmaceutico. Quest’intuizione di spostare i festeggiamenti nella città di Agrigento permette alla sagra di ampliarsi e di affermarsi nel tempo in ambito nazionale e internazionale. Dopo la prima edizione del 1937, ne seguono altre tre fino al 1940 in quanto lo scoppio della seconda guerra mondiale impedisce l’organizzazione della festa. Si deve aspettare il 1948 perché gli agrigentini riavviino la festa sulle macerie dei bombardamenti, come simbolo di rinascita da un lungo e triste periodo bellico, portatore di lutti e tragedie. Nelle edizioni successive viene modificata la durata della sagra che intanto acquista sempre più notorietà e importanza: inizialmente alla prima domenica di febbraio, successivamente è estesa a una intera settimana. Intanto nel 1952, su iniziativa del Professore E. Lauretta, viene avviato il Festival Internazionale del Folklore che affianca la Sagra del mandorlo, svegliando un forte richiamo turistico. Dal 1956 in poi la partecipazione all’evento che glorifica la primavera è estesa anche alle nazioni straniere che si esibiscono in danze tipiche con i loro caratteristici costumi. La Regione Siciliana comincia ad elargire finanziamenti ai gruppi folkloristici partecipanti. La Sagra perde lo spirito di festa agricola e si trasforma in festival del folklore carica di nuovi messaggi, quali fratellanza, pace e concordia tra i popoli.
Perché il mandorlo?
I fiori di mandorlo sbocciano in primavera, a volte anche nel tardo inverno, e simboleggiano speranza, delicatezza e fragilità. La rinascita della natura dopo un lungo periodo di quiescenza invernale da sempre ha suscitato stupore e meraviglia. Da qui il proliferare di tradizioni ispirate a miti e leggende, che hanno promosso il valore della cultura, del folklore e delle parole sacre da ricongiungere al simbolo della fioritura precoce sul ramo del mandorlo foriero di vita e rigenerazione. Numerosi sono i rimandi letterari e artistici legati allo schiudersi del bocciolo del fiore: nella Bibbia, il fenomeno della prematura fioritura del mandorlo per il profeta Geremia appare come una rinascita; tali fiori diedero ispirazione al celebre pittore olandese Vincent Van Gogh che, in occasione della nascita del nipote, Vincent Willem, figlio del fratello, realizzò uno dei suoi dipinti ad olio più famosi, Ramo di mandorlo in fiore che, da un punto di vista simbolico, suggeriscono un messaggio di nuova vita. E il soggetto raffigurato, quei boccioli che sembrano quasi danzare sui rami stagliati in un cielo sereno e luminoso, riporta ai festeggiamenti per la fioritura dei mandorli che, preludio al tepore primaverile, rappresentano altresì il momento della celebrazione della vita in tutte le sue sfaccettature nella provincia di Agrigento e nel soprastante paese di Naro. Già nel mese di Dicembre ad Agrigento è possibile trovare timidi fiori bianchi sui rami di mandorlo siti nella Valle che degrada dalla Città sino ai templi, verso il mare. Essi sembrano annunciare la primavera quando ancora l’inverno è appena iniziato. Eppure quei fiori sembrano sacri proprio perché annunciatori della prossima rinascita e della tanto attesa Sagra del mandorlo. Tra gennaio e febbraio la fioritura esplode, imbianca la Valle e dona gioia e vita alla città. Intanto ritorna la grande festa, la “Sagra del mandorlo in fiore” con i suoi colori, le musiche, le canzoni, le sfilate che portano messaggi di pace, solidarietà e amicizia. Il mandorlo per gli agrigentini oltre ad essere un albero sacro è portatore di un frutto assai utilizzato nella preparazione di tradizionali dolci siciliani a base di "intrita" (impasto di mandorle tritate) oramai conosciuti e richiesti in molte parti del mondo.
Il mito del mandorlo
Mito narrato da Omero, il poeta greco autore anche dei massimi poemi epici della letteratura greca cioè l'Iliade e l'Odissea, parla di due amanti, la bellissima principessa tracia Fillide e il valoroso guerriero Acamante. Il mito inizia con Acamante che parte per la guerra di Troia, durante il suo viaggio si ferma a Tracia e lì incontra Fillide. I due si innamorano, però Acamante è costretto a ripartire per Troia, e rimane a combattere lì per i 10 lunghi anni della guerra. Durante questo tempo Fillide lo aspetta, tuttavia non vedendolo tornare e non avendo sue notizie muore di dolore. Questa storia però non sfugge agli occhi di Atena, che decide di trasformare Fillide in un albero di mandorlo regalandole una sorta di immortalità. Quando finalmente Acamante ritorna dalla guerra apprende la notizia e si precipita all’albero, giunto lì Acamante lo abbraccia e l’albero fiorisce. Ancora oggi i fiori testimoniano l’eterno amore tra i due. Il mandorlo diviene simbolo di amore eterno, di vita e di rinascita.
Il Festival Internazionale del Folklore
Il Professore Enzo Lauretta, in servizio presso l’Ente Turismo di Agrigento, è il fautore di una nuova idea: la creazione del Festival Internazionale del Folklore. Egli cerca di evidenziare nelle manifestazioni l’aspetto folkloristico tutelando e conservando le tradizioni siciliane e coinvolgendo quelle nazioni che conservano usi e costumi di particolare rilevanza culturale. Con la crescita di importanza della Sagra, a partire dall’ undicesima edizione del 1954, alla sfilata tradizionale si affianca, così, il Festival Internazionale del Folklore. Per la prima volta vengono invitati gruppi e cori fuori dall’isola; così alla parata folklorica sfilano gruppi in costume tipico che provengono da varie regioni d’Italia.
I gruppi dopo le loro esibizioni, nell’ultima domenica della festa, partecipano a una selezione da parte di una giuria specializzata, che prendendo parte allo spettacolo finale, premia con il tempio d’oro il gruppo che soddisfa meglio gli aspetti folklorici e tradizionali dei costumi, delle coreografie, della musica. Parallelamente in quel periodo Lauretta dà spazio a una serie di iniziative che favoriscono l’arte e la musica. Diversi premi attendono giovani che si cimentano nella poesia dialettale siciliana, nelle canzoni e nell’arte.
Nelle seguenti edizioni si aggiunsero altre manifestazioni collaterali quali: raduni automobilistici, di vespisti, competizioni ciclistiche e podistiche, concorsi di poesia, mostre di pittura, festival della canzone mediterranea, accrescendo la valenza culturale dell’evento. È ormai evidente che il fine della festa è quello di tutelare e valorizzare il patrimonio immateriale siciliano per trasmetterlo alle future generazioni. In tempi più recenti altre manifestazioni hanno risonanza internazionale, come le sfide proposte dai cuochi della Federazione Provinciale che riguardano la preparazione di dolci tipici della tradizione siciliana. Nel Guinness dei Primati troviamo nel 2011 “il torrone più lungo del mondo” e nel 2016 “la torta più lunga del mondo”. Quella che era nata come festa paesana adesso assurge a manifestazione culturale con un’impronta nazionale che ben presto diviene internazionale.
Armonia e pace tra i popoli
Negli anni ’80, con la partecipazione di tantissimi gruppi provenienti da varie parti del mondo, la festa diviene internazionale; intanto la città di Agrigento accoglie un grande numero di turisti affascinati dall’evento. Agrigento, nel 2016 con la 71a edizione, viene definita capitale del mondo e della pace tra i popoli che sfilano e danzano armoniosamente ai piedi della ‘Collina Sacra’ della città, che con l’incantevole valle si offrono all’attenzione del mondo. Il Festival è storia, arte, folklore, natura, cultura, ospitalità e gastronomia. La Sagra diviene, così, l’expo del folklore con il suo tripudio di colori, con le musiche caratteristiche, le danze in costume, il mescolarsi per le vie dei popoli di cultura diversa, riuniti per celebrare sapientemente il messaggio universale di armonia e pace. Il “no” al razzismo, all’esclusione e all’odio sono i temi più ricorrenti nella manifestazione perché Sagra è integrazione, accoglienza e coinvolgimento. Pilastro culturale della Sicilia, oggi come allora, rappresenta un concreto impegno a favore della pace, che si coltiva con passione anno dopo anno, dell’amicizia e della tolleranza. Il Festival del Folklore, essendo una delle principali attrazioni di richiamo del turismo, fa comprendere quanto l’atmosfera della Sicilia e la convivialità del suo popolo siano ineguagliabili.
Festival Internazionale del Folklore. Sfilate gruppi folk danzanti sulle note delle loro melodie tradizionali.
Festival Internazionale “I Bambini nel Mondo”
Il Festival Internazionale “I Bambini del Mondo” affianca la Sagra del mandorlo nel febbraio 2001 grazie al contributo dato da Claudio Criscenzo, che presiede l’AIFA (Associazione Internazionale Folk Agrigento), purtroppo prematuramente scomparso. Grazie all’AIFA e al patrocinio dell’UNESCO, il Festival dei bambini è inserito nella storia del folklore tra le manifestazioni giovanili più importanti e prestigiose del mondo. L’evento si presenta come un connubio di folklore e autentica promozione umana e sociale in quanto la partecipazione alla parata folklorica di tantissimi bambini di diversa etnia fortifica i messaggi di armonia e pace propri dell’evento, ma si pone un forte obiettivo, quello di tutelare i diritti del minore, spesso vittima di maltrattamenti e di violenze al cospetto di una società a volte distratta e incapace di proteggerlo. La sfilata dei bambini in costume tipico apre ogni anno la Sagra del mandorlo dando un contributo molto significativo: con la semplicità e l’ingenuità i bambini si fanno efficaci ambasciatori di valori quali l’amicizia e l’integrazione tra popoli diversi. Aldilà della sfilata i bambini stranieri ospitati ad Agrigento vengono coinvolti in altre attività, quali incontri e gemellaggi con gli alunni delle scuole agrigentine. Nel 2011 è stato istituito il Premio “Claudio Criscenzo”, intitolato al fondatore del Festival Internazionale “I Bambini nel Mondo”, destinato al gruppo folkloristico di bambini che, con le danze, la musica, i costumi, rappresentano meglio le tradizioni folkloriche proprie del paese da cui provengono.
L’accensione del Tripode e la Fiaccolata dell’Amicizia
Un evento carico di significato della Sagra è l’accensione del tripode di fronte il Tempio della Concordia della Valle dei Templi nel giorno di martedì della settimana principale della festa. Nel lontano 1956 la torcia olimpica accesa sul Partenone di Atene dall’allora sindaco Katsotas Pafsanias giunge ad Agrigento per mano dell’olimpionico Natale Ostuni che la consegna nelle mani del presidente dell’Ente Provinciale Turismo, Enzo Lauretta. Da quell’anno il rito dell’accensione del tripode diviene un vero e proprio atto liturgico essenziale per la Sagra. Un piccolo fuoco dentro un artistico tripode, posto significativamente davanti il tempio della Concordia, acquisisce il potente significato di unione, fratellanza, concordia tra i popoli. Come in un rito carico di magia, i gruppi folk, provenienti da diversi luoghi, radunandosi davanti il tempio, mescolano nel tripode i fuochi delle loro fiaccole cancellando simbolicamente con quell’azione le disuguaglianze e ogni barriera razziale, uniti in un’unica spiritualità di amore. Avendo acceso e mescolato le fiaccole, i gruppi sono pronti a dare il via alla cosiddetta Fiaccolata dell’Amicizia per le vie principali della città, divenendo per il mondo intero auspicio di amicizia e solidarietà. Questi in un bellissimo e festoso corteo si susseguono uno dopo l’altro con i loro costumi colorati e con danze tipiche e canti che sono espressione della cultura e delle tradizioni, confrontandosi in una competizione sana e dai significati nobili.
Marzo 2021. I sindaci M. Brandara di Naro e F. Miccichè di Agrigento accendono simbolicamente il tripode dell'amicizia sperando in una prossima rinascita dall'emergenza epidemiologica da Covid-19.
Albo d'oro delle nazioni vincitrici
ALBO D’ORO
DELLE NAZIONI VINCITRICI DEL
FESTIVAL INTERNAZIO
NALE DEL FOLKLORE
1954 – ITALIA (Gressoney)
1955 – SPAGNA
1956 – FRANCIA
1957 – FRANCIA
1958 – ROMANIA
1959 – UNGHERIA
1960 – CECOSLOVACCHIA E PORTOGALLO
1961 – JUGOSLAVIA
1962 – CECOSLOVACCHIA
1963 – BULGARIA E ITALIA (Val d’Akragas)
1964 – POLONIA
1965 – UNGHERIA
1966 – U.R.S.S.
1967 – NUOVA GUINEA
1968 – ROMANIA E ITALIA (Val d’Akragas)
1969 – CECOSLOVACCHIA
1970 – UNGHERIA
1971 – ARGENTINA
1972 – ISRAELE
1973 – MESSICO
1974 – ROMANIA
1975 – GRAN BRETAGNA
1976 – EGITTO
1977 – BULGARIA
1978 – ARGENTINA
1979 – UNGHERIA
1980 – IRAQ E VENEZUELA
1981 – POLONIA E ITALIA (Val d’Akragas)
1982 – ARGENTINA
1983 – (la sagra non ebbe luogo per difficoltà finanziarie)
1984 – SPAGNA E TURCHIA
1985 – U.S.A.
1986 – COLOMBIA
1987 – INDONESIA
1988 – CUBA E GRECIA
1989 – CECOSLOVACCHIA E COLOMBIA
1990 – ROMANIA
1991 – (la sagra fu sospesa in seguito alla guerra nel golfo persico)
1992 – PERU’ E ITALIA
1993 – ARMENIA
1994 – SERBIA
1995 – POLONIA
1996 – COREA
...
2008- ISRAELE
2009- BULGARIA
2010- GEORGIA
2011- COLOMBIA
2012- INDIA
2013-COLOMBIA
2014- ROMANIA
2015- FILIPPINE
2016- BRASILE
2017- ISRAELE E PALESTINA
2018- GEORGIA
2019- BOLIVIA
Concerto della Concordia live, Febbraio 1994, Agrigento. Alla vigilia della conclusione della 40esima edizione del Festival internazionale del folklore, Robbie Robertson si esibisce in un concerto dedicato agli Indiani d'America.
Festival Internazionale del Folklore. Immagini significative dell'evento