La Fondazione Adone Zoli

a cura di Gruppo di lavoro ICS Ferdinando Russo, Napoli

Il punto di partenza del lavoro è stata la Fondazione Adone Zoli, che nasce nel 1962 grazie all’impegno dell’Ing. Luigi Frunzio, genero del Presidente Zoli. Da allora si è distinta come istituzione promotrice di iniziative in campo sociale, culturale e politico. Ha operato soprattutto a Napoli e nel Mezzogiorno d’Italia, con la premiazione di giovani laureati; la formazione, fino agli anni ’80, di Assistenti Sociali; riconoscimenti ad istituzioni ed associazioni, di Napoli o del Meridione, che si sono distinte nel campo della cultura o del sociale; la pubblicazione del periodico “COERENZA – La Notizia”; l’assegnazione a uomini della cultura o della politica delle targhe “COERENZA”.

La ricerca ha mettesso in luce il profilo di un uomo che, senza clamori e sensazionalismi, ma attraverso la determinazione, la coerenza e l’impegno civile, ha collaborato alla nascita della Repubblica Italiana e dell’Unione Europea.

Il lavoro, diviso in cinque aree -La Fondazione Adone Zoli, La vita privata, La vita pubblica, La politica estera e nascita dell’Unione Europea, Le Olimpiadi del 1960-, è stato arricchito da racconti narrati da Maria e Giorgio Frunzio, nipoti del Presidente, ai quali si deve anche il materiale fotografico del fondo Pais.

Indice LA FONDAZIONE ADONE ZOLI | Intervista ai nipoti di Adone Zoli: tematiche della fondazione | LA VITA PRIVATA DI ADONE ZOLI | Albero genealogico | Foto Adone Zoli | Intervista ai nipoti di Zoli: un episodio privato | LA VITA PUBBLICA DI ADONE ZOLI | Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio. | LA POLITICA ESTERA E LA NASCITA DELLA COMUNITA' EUROPEA | Intervista ai nipoti di Zoli: Zoli e la nascita della Comunità Europea | Intervista ai nipoti di Zoli: Zoli e la nascita della Comunità Europea | Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio. | Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio. | Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio. | Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio. | Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio. | Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio. | Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio. | Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio. | Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio. | Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio. | Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio. | Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio. | Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio. | Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio. | Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio. | Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio. | LE OLIMPIADI DEL 1960 | Costruzione del Palazzetto dello Sport di Roma per le Olimpiadi del 1960 | Preannunciata la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 1960 | APPENDICE | Appendice | Appendice | Appendice | Appendice | Appendice | Appendice | Appendice | Appendice | Appendice | Appendice | Appendice | Appendice | Appendice | Appendice | Appendice | Appendice | Appendice | Appendice | Appendice | Appendice | Appendice | Appendice | Appendice | Appendice
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LA FONDAZIONE ADONE ZOLI

Le notizie della Fondazione Adone Zoli di seguito riportate, sono tratte dal sito ufficiale () e mostrano l’impegno sociale della famiglia unito alla volontà di ricordare la figura di un uomo che ha svolto il suo impegno politico per il bene della società tutta, senza limitarsi ai confini geografici del suo paese. Tale Fondazione fu voluta dal genero di Zoli, Luigi Frunzio, i cui figli ne continuano l’opera, e agisce soprattutto sul territorio napoletano, dove ha sede. Fu istituita con Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1967, n°890 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n°254 dell’11 ottobre 1967. Tale decreto, che si trova nel sito ufficiale, porta la firma del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat e dell’allora Ministro della Pubblica Istruzione Luigi Gui. 

«La Fondazione “Adone ZOLI”, nata nel 1962, per l’intuizione ed il forte impegno dell’ing. Luigi Frunzio, come un’istituzione che, nel nome del Presidente Zoli, promuove iniziative nel campo sociale, culturale e politico, riconosciuta Ente Morale con D.P.R. 275 del 8/4/63 con tutore il Ministero della Pubblica Istruzione Direzione Universitaria ricorda i quarant’anni della sua istituzione.

La Fondazione é Presieduta da Maria Frunzio e diretta dal Consiglio di Amministrazione formato da: Gabriele Fasano, Flavia Duca, Nicola Squitieri.

Le attività culturali sono sotto l’egida di un Comitato Scientifico presieduto dal prof. Francesco Paolo Casavola e di cui fanno parte i professori Alberto Germanò e Angelo Abignente.»

Le attività promosse nei suoi quasi quarant’anni di attività, sono state diverse:

• attribuzione del Premio ZOLI che ha premiato giovani laureati;

• la Scuola di Servizio Sociale (SISSEL) che fino al 1980 ha formato centinaia di Assistenti Sociali;

• il periodico “COERENZA- La Notizia”, spesso forum di scambio di punti di vista su tematiche di attualità;

• l’istituzione delle targhe “COERENZA”, assegnate a insigni personalità della cultura e della politica;

• il riconoscimento con menzione speciale rilasciato, in diverse sessioni del Premio ZOLI, ad Istituzioni ed Associazioni operanti nel campo della Cultura e del Sociale a Napoli e nel Meridione.  

Ad oggi la Presidentessa della Fondazione è Maria Frunzio, che ci ha anticipato che cederà la sua carica al fratello Giorgio, attuale Vicepresidente. 

Queste informazioni ci sono state date dall’Avv. Maria Frunzio, durante un incontro avutosi in Meet con l’Ing. Giorgio Frunzio e l’Avv. Maria Frunzio.

                        

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Intervista ai nipoti di Adone Zoli: tematiche della fondazione

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LA VITA PRIVATA DI ADONE ZOLI

Nacque a Cesena il 16 dicembre del 1887. Dopo diversi spostamenti, avvenuti a causa del lavoro del padre, esattore, si trasferì a Bologna a casa di uno zio, per studiare Giurisprudenza.

Il 9 Luglio del 1907 si laureò all’Università di Bologna in Giurisprudenza, con la votazione di 110 e lode. Esercitò la professione forense a Genova, a Bologna ed infine a Firenze città «nella quale si affermò come uno dei più qualificati esponenti del mondo forense, e vi si stabilì con la famiglia.» (M. Frunzio, Adone Zoli, in Adone Zoli cristiano, patriota, avvocato, a cura di G. Conticelli, Firenze, Edizioni Polistampa, 2014, p 175).

Nel 1910, dopo aver conseguito l’abilitazione, si iscrisse al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati.

Nel 1911 sposò Lucia Zoli, figlia dello zio che lo aveva ospitato a Bologna, dalla quale ebbe sei figli: Maria Giovanna, Angiolo Maria, Gian Carlo, Maria Grazia, Annalena e Maria Teresa. 

Scelse di arruolarsi volontario nella prima guerra mondiale, «non per adesione alle ideologie militaristiche e nazionalistiche, ma per un senso autentico di dovere civile.» (M. Frunzio, Idem, 2014, p 175).

Negli anni precedenti alla prima guerra mondiale iniziò ad interessarsi alla politica avvicinandosi alle organizzazioni cattoliche della città di Firenze.

Il suo impegno sociale e politico crebbe soprattutto nel dopoguerra, quando «assunse un carattere di risonanza nazionale al Congresso di Napoli del PPI (8-11 Aprile 1920) dove fu eletto membro del Consiglio Nazionale del Partito, e al Congresso di Venezia (20-23 Ottobre 1921) dove fu chiamato a far parte della direzione.» (M. Frunzio, Idem, 2014, p 175).

Durante il periodo fascista scelse di far parte della resistenza che lo portò ad abbandonare la vita politica ufficiale, ma non quella clandestina. Continuò però la sua attività di avvocato che divenne una “palestra” per la sua successiva attività di uomo di Stato.

Nel 1943 è uno dei promotori del Comitato Interpartitico Fiorentino, trasformatosi poi in Comitato Toscano di Liberazione Nazionale. 

Nello stesso anno partecipa alla nascita del Partito fiorentino della Democrazia Cristiana (DC).

Sempre nel 1943 assunse la guida dell'Ordine Forense fiorentino. 

A causa delle sue scelte coraggiose, il 1 Novembre 1943 fu arrestato con due dei suoi figli.

Testimonianza di questo periodo di reclusione sono i trentaquattro «messaggi dal carcere, scritti su foglietti cartacei di piccole dimensioni e trasmessi con l’inserimento nella biancheria per i detenuti» (G. Conticelli, Adone Zoli, i figli Gian Carlo e Angiolo Maria: messaggi dal carcere nazista della Fortezza da Basso di Firenze, in Adone Zoli cristiano, patriota, avvocato, a cura di G. Conticelli, Firenze, Edizioni Polistampa, 2014, p 131), che testimoniano una pluralità di interlocutori che avrebbero potuto intervenire in aiuto,mentre la moglie è le figlie di Adone Zoli descrivono le loro attività sia di vita ordinaria sia soprattutto di assistenza ai familiari reclusi. Si rimanda agli ALLEGATI.

Nel 1945 entrò nella Consulta Nazionale e divenne senatore nel collegio di Firenze, dove fu riconfermato nelle successive due legislature.

Nel 1950 divenne Ministro di Grazia e Giustizia del settimo Governo De Gasperi. In questo periodo si dedicò ai detenuti perché non riteneva utile la punizione per cambiare vita di una persona. 

Nel 1954 fu nominato Presidente del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana, incarico che mantenne fino alla sua morte.

Nel 1956 divenne Ministro del Bilancio del primo governo Segni, carica che ricoprì fino al 16 maggio 1957 data in cui cadde questo governo. Dopo questa data, l’allora Presidente della Repubblica Gronchi, incaricò Adone Zoli di formare il nuovo Governo nominandolo Presidente del Consiglio.

Nel 1958, dopo le elezioni politiche, il governo Zoli si dimise.

Morì a Roma il 20 Febbraio 1960.

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Albero genealogico

Foto di Adone con i parenti

Intervista ai nipoti di Zoli: un episodio privato

Un episodio privato di Adone Zoli

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LA VITA PUBBLICA DI ADONE ZOLI

Adone Zoli fu «impegnato nelle istituzioni repubblicane, come importante esponente democristiano, parlamentare, Ministro, Presidente del Consiglio» (U. De Sievro, Presentazione, Adone Zoli cristiano, patriota, avvocato, a cura di G. Conticelli, Firenze, Edizioni Polistampa, 2014, p 6).

L’inizio della sua vita politica risale al primo dopoguerra, ma venne interrotta nel periodo fascista e ripresa nel 1943, in modo clandestino. Durante il periodo di interruzione dell’attività politica, si dedicò completamente alla professione forense, come membro del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Firenze, insieme a Piero Calamandrei. Con quest’ultimo mantenne uno stretto legame di amicizia per tutta la vita. 

Dedicò i suoi primi anni di attività sociale e politica al Partito Popolare Italiano, all’interno del quale ebbe i suoi primi riconoscimenti, che lo portarono all’elezione nel Consiglio Nazionale, dove venne confermato fino al 1926, anno in cui il partito fascista sciolse il Consiglio. Le esperienze fatte in quegli anni radicarono in lui «l’idea dello Stato democratico e pluralista, il rispetto profondo per il metodo democratico e parlamentare, l’aspirazione alla giustizia sociale da realizzarsi attraverso una politica di riforme, l’anticonfessionalismo del partito pur nella profonda ispirazione cristiana» (P.L. Ballini, Adone Zoli: da Firenze alla Presidenza del Consiglio, in Adone Zoli cristiano, patriota, avvocato, a cura di G. Conticelli, Firenze, Edizioni Polistampa, 2014, p 16). 

Durante il periodo di attivismo clandestino, coincidente con gli anni della guerra, cioè tra il 1942 e 1943, insieme a Giuseppe Spataro costituì la Sezione fiorentina della Democrazia Cristiana. 

Negli stessi anni contribuì anche nella fondazione del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale. Il Comitato costituì il Comando Militare, al quale partecipò e per il quale fu arrestato con due dei suoi figli. Furono liberati il 21 Dicembre del 1943 «dalla polizia “repubblichina”» (P.L. Ballini, Idem, 2014, p 17). L’azione del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale continuò in clandestinità il suo lavoro ed in particolare si occupò di nominare «il Sindaco e la Giunta comunale di Firenze, la Deputazione provinciale, Commissioni tecniche, Commissari e Consigli nei vari Enti» (P.L. Ballini, Idem, 2014, p 18). Ciò permise agli Alleati di trovare al loro ingresso a Firenze «le Amministrazioni funzionanti, guidate da responsabili nominati nel periodo clandestino, una realtà della Resistenza fino ad allora sconosciuta» (P.L. Ballini, Idem, 2014, p 18), 

In un suo discorso parlamentare, del 23 dicembre 1954, definì la Resistenza con queste parole: «unità di intenti di tutto il popolo, di tutti coloro che amavano la libertà, senza distinzioni di classi e di fedi» (P.L. Ballini, Idem, 2014, p 18).

A partire da 1946 Zoli individuò in De Gasperi il leader del Partito Democristiano e gli fu fedele nelle scelte politiche volte a creare una democrazia italiana, o meglio nella «”costruzione della democrazia” in condizioni difficilissime, in un paese profondamente diviso tra monarchici e repubblicani, fra fascisti ed antifascisti, fra comunisti ed anticomunisti e fra Nord e Sud» (P.L. Ballini, Idem, 2014, p 19).  

Dopo la liberazione di Firenze, fu il primo Presidente dell’Ordine Forense fiorentino. Successivamente fu eletto Presidente del Consiglio Nazionale Forense (1956-1960) e contemporaneamente fu nominato Vicesindaco della città di Firenze. 

La DC in questo periodo lo nominò alle elezioni per l’Assemblea Costituente della quale risultò il primo dei non eletti. 

Venne eletto al Senato dopo le elezioni del 1948 e riconfermato nelle due legislature successive (7 giugno 1953, 25 maggio 1958).

Le tematiche affrontate da Zoli furono molteplici: «la questione pregiudiziale [...] durante la discussione per la firma del Patto Atlantico, il regolamento del Senato - del quale fu Vicepresidente dal marzo del 1950 al luglio del 1951 -, l’adeguamento per le pensioni del personale civile e militare dello Stato, il Codice di Procedura Civile, il piano INA-Casa, i provvedimenti per la colonizzazione dell’altopiano della Sila e dei territori jonici contermini, la perequazione tributaria e il rilevamento fiscale straordinario, il trattamento economico della Magistratura, la Costituzione ed il funzionamento della Corte costituzionale.» (P.L. Ballini, Idem, 2014, p 21).

Dal 26 luglio 1951 al 29 giugno 1953, fu nominato Ministro di Grazia e Giustizia nel VII Ministero De Gasperi.

Uno dei problemi del nascente stato, di cui si occupò, fu quello del Codice Civile e del Codice di Procedura Civile, che risolse senza abolirli. Infatti, Zoli «Non considerava il fascismo «una rivoluzione, ma un'apparenza di rivoluzione [...]. A conferma di ciò, nei Codici troviamo, sì, delle pennellate di vernice, delle incrostazioni che hanno carattere fascista, ma non troviamo in tutto ciò che è il contenuto fondamentale dei Codici, nulla che sia di contenuto fascista.» (P.L. Ballini, Idem, 2014, p 22). 

Si occupò di organizzare l’amministrazione della giustizia, in particolare del sistema «carcerario e della vita post-carceraria; vedeva in coloro che stavano espiando una pena «non dei reprobi meritevoli di rimprovero e di disprezzo, ma dei fratelli meritevoli di affettuosa comprensione.»» (P.L. Ballini, Idem, 2014, p 22). Sicuramente, come affermano anche i nipoti, questa convinzione nasce dalla sua esperienza di detenuto politico. 

Il 7 giugno 1953 fu nominato Ministro delle Finanze e nel 1954 Ministro del Bilancio, sostituendo in questa carica Ezio Vanoni, morto prematuramente.

In questo periodo continuò l'opera del suo predecessore condividendone ispirazione ed obiettivi, considerandolo «il vero terzo tempo dell’azione politica, economica e sociale della Democrazia Cristiana» (P.L. Ballini, Idem, 2014, p 23). 

Zoli si era occupato del Consiglio Superiore della Magistratura, anche «partecipando ai lavori della Commissione istituita dal Centro Nazionale d’azione per la riforma giudiziaria.» (P.L. Ballini, Idem, 2014, p 28). 

«In politica estera, Zoli si impegnava a continuare e  «a sviluppare una costruttiva politica di pace, cioè di sicurezza e di collaborazione» e a creare, «nella salda cornice della Comunità Atlantica, le premesse necessarie per l’unificazione europea» (P.L. Ballini, Idem, 2014, p 28).

Dopo le dimissioni date, il 6 maggio 1957, dal governo Segni, il Presidente della Repubblica Gronchi conferì a Zoli di formare un nuovo Ministero, in uno dei più tormentati momenti di crisi politica. Infatti, il Governo Segni aveva perso l’appoggio del Partito Repubblicano Italiano (PRI) e del Movimento Sociale Italiano (MSI). Questo non permise di «formare un nuovo Governo quadripartitico» (Giulio Conticelli, op. cit. pag 24) e nemmeno un Governo tripartitico, osteggiato dalla stessa DC. «L’unica soluzione possibile fu quella di un governo monocolore» (P.L. Ballini, Idem, 2014, p 25), un Governo a “minoranza precostituita”. Un tale Governo, ne era consapevole Zoli, sarebbe stato “penoso”, poichè «per procedere, dovrà elemosinare, giorno per giorno, i voti in Parlamento»  (P. Roggi, Politica ed economia in Adone Zoli, a cura di G. Conticelli, Firenze, Edizioni Polistampa, 2014, p 98) per arrivare alla fine della legislatura.  Il Governo Zoli vinse la sfida e «consentì comunque il completamento della II legislatura, una evoluzione dei rapporti tra le forze politiche [...] e un significativo recupero dei consensi della DC nelle elezioni del 25 maggio 1958.» (P.L. Ballini, Idem, 2014, p 43)

Dopo la morte di De Gasperi, fu chiamato a sostituirlo come Presidente del Consiglio Nazionale della DC.

Adone Zoli morì il 20 Febbraio del 1960.

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Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio.

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LA POLITICA ESTERA E LA NASCITA DELLA COMUNITA' EUROPEA

Zoli riteneva che la collaborazione politica, economica e sociale era fondamentale sia in rapporto con i paesi d’oltreoceano, sia con e tra i paesi europei. Relativamente a questi ultimi «attribuiva un'importanza decisiva [...] alla pronta attuazione dei Trattati di Roma e ad una politica di liberalizzazione delle importazioni ed esportazioni.» (P.L. Ballini, Adone Zoli: da Firenze alla Presidenza del Consiglio, in Adone Zoli cristiano, patriota, avvocato, a cura di G. Conticelli, Firenze, Edizioni Polistampa, 2014, p 28). Rispetto ai rapporti con i paesi atlantici, invece, affermò «la linea del neo-atlantismo - tendente ad affermare una maggiore autonomia nell’ambito dell’Alleanza, pur mantenendo uno stretto rapporto con gli Stati Uniti», (P.L. Ballini, Idem, 2014, p 33). 

E’ importante ricordare il pensiero di Adone Zoli, fortemente orientato alla giustizia sociale ed alla pace per tutti, come si legge in un suo Discorso parlamentare: «nessuna vera pace [...] potrà aversi in Europa e nel mondo, se non si pongono contemporaneamente le basi per risolvere, in libertà e democrazia, il fondamentale problema della unificazione germanica e se i paesi dell’europa orientale non avranno la possibilità di affermare - con ogni salvaguardia dei legittimi diritti di sicurezza del loro grande vicino orientale - gli essenziali diritti umani e nazionali» (P.L. Ballini, Idem, 2014, p 33).

Pertanto non stupisce che «in politica estera, Zoli si impegnava a continuare e «a sviluppare una costruttiva politica di pace, cioè di sicurezza e di collaborazione» e a creare, «nella salda cornice della Comunità Atlantica, le premesse necessarie per l’unificazione europea» (P.L. Ballini, Idem, 2014, p 28). 

Prima di lui già De Gasperi aveva sostenuto che l’Alleanza Atlantica, meglio conosciuta come NATO,  «non doveva essere soltanto “una comunità difensiva militare”, ma anche “cooperazione economica, finanziaria e sociale più stretta, allo scopo di promuovere e garantire condizioni di stabilità e di benessere» (P.L. Ballini, Idem, 2014, p 36). Seguendo questa linea il Governo Zoli non intendeva solo «valorizzare la piena partecipazione italiana all’Alleanza», ma voleva ampliare il raggio di azione politico dell’Italia sui problemi di tutto mondo occidentale. In particolare, una grande preoccupazione era legata agli interessi che il blocco sovietico aveva per i paesi del Medio Oriente che si affacciavano sul Mediterraneo. I paesi dell’Africa del Nord erano ostili sia alla Francia che agli Stati Uniti, quindi preda facile dei paesi del “blocco sovietico”. Il vero problema era quello che l’Europa non perdesse ogni influenza in Africa.  

L’Italia intendeva porsi «come “ponte” tra l’Occidente e il mondo arabo» (P.L. Ballini, Idem, 2014, p 34). 

Questi aspetti della politica estera del governo Zoli non furono sempre ben visti dagli americani che vi leggevano una certa ambiguità, ma il governo Zoli diede prova di fedeltà sia nei confronti dell’Alleanza Atlantica che nei confronti dell’Europa. 

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Intervista ai nipoti di Zoli: Zoli e la nascita della Comunità Europea

La nascita della Comunità Europea

Intervista ai nipoti di Zoli: Zoli e la nascita della Comunità Europea

La nascita della Comunità Europea

Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio.

Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio.

Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio.

Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio.

Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio.

Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio.

Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio.

Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio.

Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio.

Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio.

Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio.

Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio.

Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio.

Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio.

Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio.

Fotografia del Fondo Pais, concessa dal Vicepresidente della Fondazione Zoli, Giorgio Frunzio.

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LE OLIMPIADI DEL 1960

Meglio note come Olimpiadi Estive Roma 1960, i Giochi della XVII Olimpiade ritornarono nella città capitolina dopo molti secoli. I Giochi si svolsero a Roma dal 25 agosto all'11 settembre 1960.

L’Italia aveva avanzato la sua candidatura già nel 1908 ma, a causa dell’eruzione del Vesuvio, i fondi olimpici furono investiti per la ricostruzione dovuta alla catastrofe. Il governo rinuciò all’impegno che venne preso in carica dalla città americana di St. Louis. (fonte: G. Ranieri, Olimpiadi estive: Roma 1960, in Enciclopedia dello Sport, 2004, Treccani Enciclopedia online, ).

Un'altra città italiana era già stata sede di evento olimpico: Cortina d'Ampezzo nel 1956 con i VII Giochi Olimpici Invernali.

«Dopo anni ed anni di attesa e superando circostanze avverse che, in passato, non consentirono di soddisfare l'ambizione di Roma, finalmente il 15 giugno 1955, nella 50° Sessione di Parigi, il Comitato Internazionale Olimpico, grazie soprattutto all'avveduta preparazione del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, affidò alla Capitale d'Italia la celebrazione dei Giochi della XVII Olimpiade. Oltre alle difficoltà da superare per la costruzione di stadi, di piscine, di campi di gara e di allenamento, altri problemi affiorarono - di natura economica, tecnica e urbanistica - che furono poi affrontati e risolti nel corso dei quattro anni di preparazione.» (tratto da )

Per l’Italia fu un momento molto importante perché aveva l’occasione di sconfiggere la diffidenza che era riservata ai paesi che si erano alleati con Hitler. I governi dell’epoca colsero questa come una grande opportunità, in particolare il Presidente del Consiglio De Gasperi. Quando divenne Presidente del Consiglio l’Onorevole Zoli, continuò l’opera dei governi precedenti. Egli «pose in rilievo l'esigenza di una netta distinzione di funzioni e di competenze, ad evitare qualsiasi interferenza tra l'organizzazione dei Giochi affidata al C.O.N.I. e l'opera di coordinamento degli interventi di pertinenza delle Amministrazioni Statali. Il Presidente del Consiglio invitò altresì il Comitato ad iniziare subito i propri lavori e ad adottare quei provvedimenti necessari per la migliore riuscita della manifestazione.» (R. Alcanterini, XVII Giochi Olimpici – Roma 1960 – Il dovere compiuto (6°) – Il Comitato Interministeriale – Nota del Direttore-, L’Eco del Litorale, 15 ottobre 2020, ).

Il contributo del Governo Zoli fu quindi molto importante per il completamento delle opere per svolgere le Olimpiadi che sono state un vero e proprio biglietto da visita per tutta l’Italia.

Per concludere, si può affermare che le Olimpiadi del 1960 hanno mostrato che l’Italia, come era stata nel passato un punto di riferimento, poteva continuare ad esserlo anche nello sport, mostrando un’immagine di efficienza e di volontà di rinascita.

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Foto appartenente al Fondo Pais

Costruzione del Palazzetto dello Sport di Roma per le Olimpiadi del 1960 

Video tratto da ARCHIVIO LUCE del 01/07/1954, in bianco e nero, con sonoro, codice filmato I111501

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APPENDICE

Di seguito si riporta la corrispondenza che la famiglia ha scambiato durante la prigionia di Adone e dei suoi due figli, Angiolo Maria e Gian Carlo, nel 1943. Si allegano sia i manoscritti che le trascrizioni delle lettere gentilmente concessi dalla Fondazione Zoli.

Le lettere dal carcere si trovano anche in: Messaggi, a cura di Maria Frunzio e Giorgio Frunzio, in Adone Zoli cristiano, patriota, avvocato, a cura di G. Conticelli, Firenze, Edizioni Polistampa, 2014, pp 137-172

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Nota manoscritta 11 Novembre 1943

Trascrizione nota 11 Novembre 1943

Lettera manoscritta 16 novembre 1943

Trascrizione lettere 16 e 17 novembre 1943

Lettera manoscritta 18 novembre 1943

Trascrizione lettera 18 novembre 1943

Lettere manoscritte, primo foglio, 20 e 22 novembre 1943

Lettere manoscritte, secondo foglio, 20 e 22 novembre 1943

Trascrizione lettere, primo foglio, 20 e 22 novembre 1943

Trascrizione lettere, secondo foglio, 20 e 22 novembre 1943

Lettere manoscritte, 23 e 24 novembre 1943

Trascrizione lettere 23 e 24 novembre 1943

Lettera manoscritta, primo foglio, 28 novembre 1943

Lettera manoscritta, secondo foglio, 28 novembre 1943

Trascrizione lettera 28 novembre 1943

Lettera manoscritta, primo foglio, 4 dicembre 1943

Lettera manoscritta, secondo foglio, 4 dicembre 1943

Trascrizione lettera 4 dicembre 1943

Lettera manoscritta, primo foglio, 9 dicembre 1943

Lettera manoscritta, secondo foglio, 9 dicembre 1943

Trascrizione lettera, primo foglio, 9 dicembre 1943

Trascizione lettera, secondo foglio, 9 dicembre 1943

Lettera manoscritta 13 dicembre 1943

Trascrizione lettera 13 dicembre 1943

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Bibliografia

  • Adone Zoli cristiano, patriota, avvocato, a cura di G. Conticelli, Firenze, Edizioni Polistampa, 2014


  • https://fondazionezoli.org/

  • https://www.treccani.it/enciclopedia/adone-zoli_%28Enciclopedia-Italiana%29/

  • http://www.senato.it/leg/02/BGT/Schede/Attsen/00009477.htm

  • http://www.senato.it/leg/01/BGT/Schede/Attsen/00009477.htm


  • https://www.treccani.it/enciclopedia/olimpiadi-estive-roma-1960_%28Enciclopedia-dello-Sport%29/

  • https://lecodellitorale.it/

  • http://www.roma1960.it/


  • https://www.archivioluce.com/


Autori

Gruppo di lavoro ICS Ferdinando Russo, Napoli

  • prof.ssa Franca Borriero (coordinamento)
  • Francesca Amabile
  • Daniele Avola
  • Antonio Bossio
  • Denise Cotena
  • Sara Loffredo
  • Sara Nocerino