Che cos’è il paidobus?
Il paidobus fu una vera scuola mobile. Venne ideato nel 1956 nell'ambito di un "piano di miglioramento della scuola", conosciuto come "Piano P" ideato dalla Provincia di Sassari per sconfiggere l'analfabetismo.
In Sardegna erano presenti solo tre paidobus e tutti vennero destinati al territorio della Gallura nord-orientale, perché era una zona caratterizzata da un territorio impervio, da insediamenti abitativi sparsi e da una popolazione con un livello di analfabetismo molto elevato. In Gallura, infatti, vi erano molti bambini che non si potevano permettere di frequentare la scuola a causa sia della distanza delle loro abitazioni dai centri abitati sia della difficoltà di essere adeguatamente raggiunti dai mezzi pubblici di trasporto. Il primo paidobus entrò in servizio nel 1956 nel territorio di San Pasquale, attuale frazione di Santa Teresa di Gallura. Nel 1958 venne istituito un secondo paidobus, destinato alla zona di Surrau, presso Arzachena, mentre l'ultimo entrò in funzione a Battistoni, l'attuale Baja Sardinia, sempre nel territorio limitrofo ad Arzachena. Successivamente, visti i risultati positivi, si decise di introdurre un quarto paidobus e si pensò di istituirli anche all’interno della Nurra. L’esperienza terminò circa dieci anni dopo, per il sopraggiungere di vari cambiamenti di natura economica e sociale.
L’ideatore del paidobus
L’ideatore del paidobus fu Salvatore Cappai, provveditore agli studi di Nuoro, Sassari, Cagliari e Brescia fino al 1973. Egli nacque a Sorso il 26 maggio 1909; nel 1933 si laureò in giurisprudenza e scienze politiche a Sassari. Dal 1949 al 1952 fece parte del Comitato Regionale della Sezione Sarda con la carica di vicepresidente. Nel 1953 partecipò al Congresso Nazionale e fu anche presidente della sezione di Brescia del Movimento Federalista Europeo.
Salvatore Cappai aveva a cuore il problema dell'analfabetismo che colpiva una buona parte della popolazione della provincia di Sassari. Egli, deciso a garantire a tutti il diritto all'istruzione, ebbe un'idea originale: "non più il fanciullo che va a scuola, ma la scuola che va incontro al fanciullo". Per questo ideò i paidobus e contribuì alla loro realizzazione concreta, progettandone il disegno e concordando l'attrezzatura con la casa costruttrice1.
1 si veda: https://issuu.com/almanaccogallurese/docs/almanacco_2002/s/10348594
Le caratteristiche del paidobus
ll paidobus era un piccolo pullman lungo 5,5 m. e poteva ospitare un autista, un maestro e, ovviamente, gli alunni. Esso conteneva al suo interno una vera e propria scuola mobile e il tipico arredo scolastico. Vi erano presenti: 20 posti a sedere, 10 scrittoi pieghevoli sugli schienali, una lavagna girevole, che poteva fungere da appoggio per una carta geografica o un proiettore, una biblioteca, un giradischi e una raccolta di dischi, una radio con microfono, un altoparlante, ma anche una cucina a gas e dei tavolini portatili. Era presente, inoltre, l’attrezzatura necessaria per svolgere lezioni all’aperto che consisteva in venti banchi pieghevoli in ferro e un tendone che, sistemato su appositi sostegni che si ancoravano alla fiancata del pullman, poteva proteggere gli alunni dal sole.
Le lezioni erano a dialogo aperto con gli insegnanti, per creare un ambiente allegro e sereno. I bambini imparavano in modo giocoso e, per rendere le lezioni più interessanti, si cambiava luogo in base all’argomento: si applicava così “l’attivismo didattico”, che consentiva un contatto diretto con la natura. Ciò permetteva di sfruttare quanto di positivo potesse offrire l’ambiente nel quale gli alunni erano abituati a vivere; inoltre, consentiva di scoprire gradualmente altri ambienti grazie alle frequenti escursioni fuori del normale itinerario.
L'integrazione sociale
Il paidobus, oltre a garantire l'istruzione, favorì l’integrazione sociale. La scuola mobile riscosse un grande successo tra le famiglie e gli alunni. Il rapporto tra scuola e famiglia trovò la sua esaltazione. Il maestro si teneva in contatto con le famiglie, conosceva tutti i genitori, visitava i loro stazzi, conosceva la loro vita e ne prendeva parte, sia nelle loro gioie sia nei dolori. Era come uno di loro e per questo diventava una persona fidata. Dai genitori il paidobus era ritenuto un miracolo. Tutti cercavano di rendersi utili affinché l'esperienza funzionasse, perché ritenevano importante la presenza della scuola. Quando il paidobus si fermava nei paesi per prendere gli alunni, spesso i genitori chiacchieravano con il professore.
La continua presenza della scuola in una zona così isolata non poteva che avere ripercussioni benefiche sul tessuto sociale. Per questo il provveditore Cappai affermava che il paidobus non era soltanto un mezzo scolastico ma soprattutto uno strumento di integrazione sociale per quelle popolazioni2.
La scuola mobile cambiò la vita sia ai genitori sia agli alunni e permetteva a tutti i bambini l'istruzione gratuita, riducendo così l'analfabetismo. L'unico svantaggio del paidobus era quello di essere organizzato come una pluriclasse, con alunni di diverse fasce d’età.
2https://issuu.com/almanaccogallurese/docs/almanacco_2002/s/10348594
Tre punti di vista
Attraverso un'intervista radiofonica intitolata "Panoramiche: la scuola sulla spiaggia"3, svolta per la RAI nel 1959 dal giornalista Manlio Brigaglia, è stato possibile ricostruire tre punti di vista sulle funzioni del paidobus: quello di Salvatore Cappai, quello del maestro e quello degli alunni.
Salvatore Cappai sostiene che il paidobus abbia ottenuto non solo risultati didattici ma anche sociali e assistenziali, perché, fornendo a tutti gli alunni del materiale didattico e garantendo loro il pranzo con la mensa, ha aiutato economicamente le famiglie. ll maestro evidenzia la possibilità di realizzare lezioni con un diretto contatto con la natura (spiaggia, bosco) per avere un metodo didattico attivo. Parla anche del fatto che non tutti gli alunni potevano approfittare di questa possibilità perché dovevano aiutare i genitori a lavorare, per esempio fare il pane, il formaggio o lavorare nei campi. Gli alunni affermano di apprezzare l’insegnamento uguale per tutti e a contatto con la natura.
3 L'intervista originale è disponibile sul seguente sito: https://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&id=26201
Le cause della conclusione di questa felice esperienza educativa
Dieci anni dopo circa il suo avvio, l’esperienza della scuola mobile finì per diversi motivi.
Il primo, di carattere generale, fu la crisi economica attraversata dall’Italia nella seconda metà degli anni '60. In un'ottica di risparmio, si pensò che tutto sommato per colmare l'analfabetismo delle zone a popolazione sparsa, sarebbe stato sufficiente sostituire i paidobus con i più semplici scuolabus, anche se ciò scontentava le famiglie e non garantiva gli stessi risultati dal punto di vista pedagogico e didattico. Il secondo motivo fu di carattere locale, legato al cambiamento storico attraversato dalla Gallura e verificatosi negli stessi anni, con la nascita della Costa Smeralda. Ciò provocò lo spopolamento delle zone interne e lo sviluppo degli insediamenti lungo la costa. Per questo motivo a San Pasquale, per esempio, il numero delle famiglie diminuì notevolmente, mentre la zona di Battistoni, oggi Baja Sardinia, si popolò velocemente, tanto che sorsero così tanti villaggi che si rese necessario provvedere alla costruzione di scuole fisse.
Curiosità
Da indagini successive, risulta che un alunno del paidobus, Paolo Serreri, diventò un professore universitario a Roma e, con sicurezza, altri quattro studenti conseguirono la laurea magistrale in Agraria, Giurisprudenza, Lettere, Pedagogia; altri, invece, conseguirono il diploma. Ciò dimostra come il paidobus garantisse una buona istruzione. Tuttavia, anche chi fra gli studenti non proseguì gli studi migliorò comunque la propria situazione, dimostrando di aver saputo valorizzare e sfruttare l'esperienza vissuta4.
La televisione italiana si occupò del paidobus diffondendo i documentari nelle sale cinematografiche di tutta Italia. Il presentatore Mario Riva ne parlò all’interno della trasmissione Ventiquattresima ora. In ultimo, è possibile citare anche lo spazio dedicato al paidobus nel cine-giornale Settimana Incom. In realtà, l'esperienza del paidobus fece notizia anche all'estero: se ne occuparono, infatti, sia la stampa inglese sia quella spagnola5.
4 https://issuu.com/almanaccogallurese/docs/almanacco_2002/s/10348594
5 Ibidem.
Che cos’è la Settimana Incom?
La Settimana Incom era un cinegiornale trasmesso settimanalmente al cinema dal 1946 al 1965. Con i suoi 2555 giornali, rappresentò una delle fonti più popolari di informazioni e attualità in Italia. Fu fondata da Sandro Pallavicini insieme a Teresio Guglielmone nel 1938 a Roma. Il cinegiornale trattava principalmente temi di attualità, dal calcio alla moda fino al cinema.
Alcune informazioni sul territorio: la Gallura
La Gallura è una zona nord-orientale della Sardegna. Si differenzia dal resto delle micro-regioni dell’isola per il dialetto, il tipo di insediamento e per le attività agrarie. Infatti come insediamento tipico sono presenti gli “stazzi”, aziende agricole a conduzione diretta, nelle quali l’imprenditore vende direttamente al consumatore.
I principali comuni della Gallura sono: Olbia, Tempio Pausania, La Maddalena, Palau, Santa Teresa di Gallura, Golfo Aranci, San Teodoro, Arzachena e Budoni.
Alcune informazioni sul territorio: che cosa sono gli “stazzi”?
Gli stazzi sono abitazioni rurali la cui origine in Gallura risale ai primi del '700, quando vennero costruiti da pastori di origine corsa che si stanziarono in Sardegna dopo essere fuggiti dalla propria terra d'origine a causa di motivi politici o per via di faide familiari.
La struttura della casa, costruita in granito, tipica pietra locale, era molto semplice, a pianta rettangolare e con tetto a duplice spiovente. L’interno della casa era realizzato da un unico vano, la casa manna che serviva contemporaneamente da cucina, camera da letto e da ambiente di lavoro. Quando la famiglia del proprietario cresceva, la dimora veniva ampliata con un nuovo vano, l'apposentu, che veniva utilizzato come stanza da letto.
Lo stazzo era abitato da pastori-agricoltori, i quali si dedicavano non solo all’allevamento del bestiame ma anche alla coltivazione dei campi. Il terreno circostante spesso comprendeva l’orto e la vigna e i recinti destinati a ricovero per il bestiame. Lo stazzo mediamente si estendeva su una superficie di 50–70 ettari. Tale insediamento umano viene definito da alcuni studiosi ad habitat disperso.
Alcune informazioni sul territorio: la Nurra
La Nurra è un’area agricola pianeggiante nel nord-ovest della Sardegna, compresa tra i comuni di Sassari, Stintino, Alghero, Porto Torres, il Golfo dell’Asinara a nord-est, il Mar di Sardegna a ovest, il Riu Mannu a est e i rilievi del Logudoro. Il suo paesaggio è normalmente spoglio, presenta pascoli estesi e la macchia mediterranea è la vegetazione prevalente. In antichità, la Nurra era ricca di miniere d’argento.