Il mio vicino di casa: un eroe. La storia di Luciano Pignatelli

a cura di Classe 2^B S.S.S.1° GRADO dell'I.C. don Bavaro-Marconi Giovinazzo -BA-

A distanza di trentasei anni gli alunni della classe 2^B della scuola secondaria di 1°grado dell'I.C. don Bavaro-Marconi di Giovinazzo fanno memoria della giovane vittima di mafia: Luciano Pignatelli ucciso in un agguato da parte di alcuni esponenti della camorra locale il 4 dicembre del 1987 a Castel Morrone (CE). Durante la sparatoria morì anche un suo commilitone: Carmelo Ganci, nativo di Siracusa.

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Protagonisti
foto di Luciano Pignatelli
Protagonisti

Luciano Pignatelli

Luciano Pignatelli nasce a Giovinazzo -BA- il 19 marzo del 1963 e muore il 4 dicembre del 1987 a Castel Morrone -CE- dopo un agguato camorristico.

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Intervista a Rosa e Antonio Pignatelli per conoscere la storia di Luciano Pignatelli

Martedì 18 aprile 2023 noi alunni della classe 2^ B dell’I.C. don Bavaro-Marconi abbiamo intervistato la sorella Rosa ed il fratello Antonio di un eroe giovinazzese: Luciano Pignatelli

L’intervista è stata suddivisa in sei periodi della giovane vita stroncata prematuramente durante un agguato mafioso subito da Luciano a soli 24 anni.

INFANZIA

domande a cura di DeCandia S., Pagano S., Palmiotto Angela, Pignatelli A., Taldone A.

“Parlateci della vostra famiglia e dell’infanzia di vostro fratello”

A rispondere è Rosa: “ Luciano era nato il 19 marzo del 1963; quest’anno avrebbe compiuto sessanta anni. Era il quinto di sei figli: cinque maschi e una sorella( un’altra nostra sorella morì prematuramente).Io avevo tre anni più di Luciano. Antonio, invece, è il più piccolo. Nostro padre Giacomo era diventato operaio presso l’AFP (Acciaierie e Ferriere Pugliesi) dopo aver lavorato in Germania; nostra madre Isabella Delcontini era una casalinga. Una famiglia di modeste e umili origini molto unita, basata sui valori tradizionali cristiani del rispetto e dell’aiuto reciproco, dell’unione familiare, dell’umiltà: valori importanti. Ben presto Luciano mostrò le sue qualità di altruismo e disponibilità ad aiutare gli altri. Anche in famiglia: era il più disponibile e spesso mi aiutava a svolgere alcune faccende; faceva per me diverse commissioni fuori casa: inforcava la bicicletta (che adorava) e subito si muoveva per le vie della città”

“Quale attività o gioco Luciano svolgeva da piccolo?”

“Amava giocare in tanti modi; il più delle volte gli oggetti li costruiva da sé con materiale povero. In particolare amava collezionare i soldatini che trovava nelle cosiddette “pesche”(un negoziante vendeva racchiusi in rotoli di cartone, incartati in modo semplice, a basso costo oggettini di plastica; Luciano il più delle volte trovava i soldatini, che adorava collezionare)” A rispondere è sempre Rosa: Antonio è visibilmente commosso.

 

“Com’era caratterialmente?”

“Luciano era molto estroverso, faceva facilmente amicizia; era sincero, disponibile, non sapeva raccontare bugie; aiutava tutti: genitori, fratelli, me: l’amata sorella; i vicini di casa … Amava proteggere gli altri: se vedeva un anziano in difficoltà era pronto ad aiutarlo.”

“Sin da piccolo ambiva a far parte dell’Arma dei Carabinieri?”

“Sì! Sicuramente era uno dei suoi sogni! Voleva rendersi utile e aiutare gli altri”

ADOLESCENZA

domande a cura di Ciardi M., Loiodice M., Qose S.

I ragazzi sono curiosi di conoscere la vita da adolescente per comprendere meglio la sua vita…

“Qual è stato il percorso di studi di Luciano?”

“Luciano ha frequentato la Scuola Elementare San Giovanni Bosco con profitto e successivamente la scuola media G. Marconi. La sua materia preferita era la storia: amava studiarla e adorava ascoltare i racconti di papà Giacomo. I nostri genitori avrebbero voluto che si iscrivesse ad una scuola superiore (così come avevano fatto con gli altri figli) ma Luciano non volle farlo; in questa scelta non fu ostacolato perché il rapporto fra genitori e figli era sincero e basato sul rispetto delle scelte. Oltre alla storia amava leggere, soprattutto la letteratura per ragazzi; inoltre praticava molti sport: palla a mano, atletica leggera; e come già detto adorava pedalare. Nostra madre conserva ancora in una vetrinetta i suoi trofei.

Allegato n. 3 Foto scattate da Luciana Cavaliere a casa Pignatelli       

Chi sono stati i più cari amici di Luciano durante l’adolescenza?”

“Luciano ha avuto tanti amici ma due in particolare, ancora oggi sono legati a Luciano e sono molto presenti nella nostra famiglia: Salvatore Piscitelli (Carabiniere in pensione: si arruolarono insieme) e Antonio De Mola. La loro amicizia è profonda Tuttora ci sentiamo, chiedono notizie della nostra mamma...”

“Quando è nato il suo primo amore?”

“Luciano aveva 16 anni, lei era un po’ più piccola di lui: è stato un amore grande! Erano pronti al matrimonio. Luciano è morto a dicembre del’’87, si sarebbero dovuti sposare l’agosto successivo. Lei non si è più fidanzata: ancora oggi fa parte della nostra famiglia. E’ stato un amore grande!”

LA SCELTA LAVORATIVA

domande a cura di Stallone S., Tortelli F.@2, Turturro N.

“Oltre al concorso per entrare nell’Arma dei Carabinieri, Luciano custodiva altri sogni nel cassetto?”

“In realtà il suo desiderio era di entrare a far parte di un corpo militare per questo tentò diversi concorsi fino a quando superò quello per diventare carabiniere. Nessuno in famiglia ostacolò questa sua scelta tranne mamma Isabella che temeva per la vita del figlio. Gli anni Ottanta, infatti, furono tristemente caratterizzati da episodi feroci ed efferati da parte della criminalità organizzata italiana.”

“Che rapporti aveva stabilito con i suoi colleghi?”

“Con i colleghi aveva instaurato bei rapporti. Dopo la morte molti suoi colleghi raccontarono diversi episodi di genuina stima ed amicizia. Aveva svolto il suo periodo di addestramento a Chieti, poi fu assegnato alla caserma di Somma Vesuviana e dopo due anni fu traferito nella caserma di un piccolo paese: Castel Morrone. In questa caserma giunse, pochi giorni prima dell’agguato, Carmelo Ganci, un giovane ventitreenne siracusano. Luciano pochi giorni prima di morire aveva ricevuto una promozione e la divisa d’ordinanza era a casa affinché mamma Isabella cucisse i gradi sulla giacca: è stata quella divisa ad accompagnarlo nell’ultimo viaggio…” Qui la voce di Rosa si incrina per la commozione.

“I suoi sogni”

“Sicuramente fare carriera e mettere su famiglia: Luciano amava giocare con i bambini…”. Il racconto si interrompe…                                              

L’INCIDENTE

domande a cura di Camporeale M., Penna V., Traetta N.

E’ il momento più toccante dell’intervista. Rosa e Antonio, visibilmente commossi raccontano con la voce velata dal pianto sommesso gli ultimi momenti della vita di Luciano e Carmine.

“Era la sera del 4 dicembre 1987. Alcuni malviventi avevano appena effettuato una rapina nell’unico bar centrale, unico bar, di Castel Morrone: erano riuniti diversi avventori quando tre malviventi, a volto coperto, chiesero di mettere tutto ciò che avevano di valore in una busta di plastica. Il quarto complice li attendeva a pochi metri fuori dal bar con il motore acceso di una Saab ( una macchina di grossa cilindrata rubata poche ore prima e sulle cui tracce si stavano già muovendo i carabinieri di Caserta temendo un grosso colpo). In quel periodo due bande rivali giravano nei piccoli paesi del casertano e compivano rapine, ma anche stupri. Per questo Luciano fu richiamato in caserma dal Capitano. Luciano e Carmelo erano fuori servizio: quella sera decisero di andare a Caserta per cenare in una pizzeria e sulla strada ad un posto di blocco appresero la notizia della rapina e proseguirono per Caserta; alla giuda della macchina di Carmelo c’era Luciano, più esperto delle strade del luogo. Sulla strada provinciale incrociarono per caso la Saab e incominciarono l’inseguimento, con coraggio e determinazione. I banditi aprirono il fuoco contro i due carabinieri (Rosa ricorda che sul cruscotto posteriore vi era la bandoliera con la fascia bianca, per cui i malviventi capirono che si trattava di militari). Carmelo rispose al fuoco, ma Luciano venne ferito da due proiettili: la macchina finì fuori strada, si ribaltò in una scarpata; due dei rapinatori scesero dalla macchina, si avvicinarono ai due militari e come è stato ricostruito durante il processo Luciano urlò: “Siamo Carabinieri!” ma era troppo tardi. Spararono un colpo alla tempia e per Luciano non ci fu più nulla da fare…Carmelo era già morto” Rosa con una forte emozione insiste sulla crudeltà del gesto compiuto e sull’efferatezza della sparatoria...

“Come avete appreso la notizia?”

“La notte i Carabinieri bussarono alla porta di casa dei miei genitori, mia madre pensò che fosse accaduto qualcosa a me - è Antonio che parla- che ero partito per una missione militare in Iraq con la Marina Militare Italiana. Non potevano pensare a Luciano: era partito al mattino dopo una licenza e giunto a Castel Morrone aveva telefonato a mamma Isabella e le aveva detto che si sarebbero sentiti il giorno successivo.”

“Durante il processo -prosegue Rosa- apprendiamo la vera dinamica dell’incidente. I ladri in fuga, giovani camorristi, impegnati in una spregevole scalata all’interno di una delle famiglie camorriste di Caserta, conoscevano perfettamente il territorio e ribaltarono la situazione: da inseguiti diventarono inseguitori. Con spavalderia i camorristi cominciarono a sparare oltre sessanta proiettili”

“Quando è stata fatta giustizia?”

“Solo dopo 13 anni furono arrestati i colpevoli: del gruppo dei quattro tre sono in carcere a scontare la pena dell’ergastolo.”

Allegato n. 5 Giornali dell’epoca, Archivio di famiglia

“Quale fu la reazione dei giovinazzesi alla notizia?”

“Quando si seppe che la salma rientrava in serata a Giovinazzo, dopo i funerali di Stato a Castel Morrone, la folla si adunò nei pressi della Chiesa di Sant’Agostino per assistere alla messa celebrata dal vescovo don Tonino Bello. La salma fu portata in chiesa in spalle dai suoi colleghi carabinieri. In quella occasione don Tonino (come tutti lo chiamavamo) mi regalò una lampada a olio da depositare sulla tomba di Luciano. Il vescovo ci confortò molto ed è andato spesso a trovare nostra madre negli anni successivi. Al termine una folla interminabile seguì il feretro fino al cimitero. Di quelle emozioni ricordo poco. Antonio riuscì a rientrare pochi minuti prima del funerale a Giovinazzo. Resta il ricordo del dolore, del profondo dolore, della disperazione e dell’odio nei confronti dei malviventi in fuga. Mia madre - prosegue Rosa - ha portato per sempre il lutto; da quel momento le feste di famiglia o le varie festività religiose non sono state più come prima. Ancora oggi il mese di dicembre è un mese intriso di malinconia. Papà morì due anni dopo per il forte dolore; mamma da tredici anni è malata di Alzheimer …”      

Foto della Stele commemorativa sul luogo dell’incidente a Castel Morrone , archivio di famiglia

IL PROCESSO

domande a cura di Cavaliere L., Marcotrigiano M., Piscitelli Aurora

“Vorremmo conoscere qualche notizia in più sul processo”

“Il primo processo incominciò nel 2008. Sul banco degli imputati vi erano: Mauriello F., Bosco A., Spierto P. e Maisto V. Le pene sono state confermate in Cassazione. Solo tre dei condannati sono in carcere a scontare la pena dell’ergastolo. Il quarto, Maisto, fu ucciso dagli altri imputati perché aveva incominciato a collaborare alle indagini. Sono passati 26 anni ed ora quell’odio è stato superato: giustizia è stata fatta; è giusto che i colpevoli paghino con l’ergastolo per quello che hanno compiuto…All’inizio provavo un sentimento di vendetta: adesso -dice Rosa- provo pietà nei loro confronti anche se hanno distrutto la vita di molte famiglie.”

E’ stato un incontro molto emozionante perché mentre Rosa e Antonio parlavano, noi alunni abbiamo percepito tutto il dolore e la tristezza provati per la perdita del caro fratello.

Luciano, anche se fuori servizio, è stato animato dal suo spiccato senso di responsabilità e senso del dovere che lo ha portato a perdere la vita.

Luciano è per tutti noi un eroe, che abbiamo scoperto e le cui gesta difficilmente dimenticheremo.

 Allegato n. 5 Foto archivio di famiglia

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Onorificenze e manifestazioni in cui si è fatta memoria di Luciano Pignatelli- Archivio di famiglia-

*FONDAZIONE CARNEIGE

PER GLI ATTI DI EROISMO

“Noi viviamo in un’epoca eroica.

L’industrialismo sviluppa gli eroi della pace.

Sono questi gli eroi della civiltà”  Andrea CARNEIGE

Il Consiglio di Amministarzione dell’adunanza del 24 maggio 1988 ha accordato a titolo di Benemerenza e di Onore la MEDAGLIA DI 1° GRADO ALLA MEMORIA PER IL SUO ATTO DI EROISMO.

                                                                                  IL PRESIDENTE

ING. DOTT. GIULIO RUSCONI CLERICI

*Il 15 ottobre 1988 il PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA FRANCESCO COSSIGA, con il suo decreto conferisce alla memoria di LUCIANO PIGNATELLI

“LA MEDAGLIA D’ORO AL VALORE MILITARE”

Rilasciata con onorificenze al suo papà Giacomo.

Roma, addì 10 maggio 1989

*17 luglio 1988 Targa a ricordo del trofeo di calcio

1^ EDIZIONE TROFEO CARABINIERI

GANCI-PIGNATELLI

Perché l’amicizia non termina

Là dove finisce la vita”

CASTEL MORRONE

*CENTRO SAN CAMILLO

PREMIO MARCELLO CANDIA

LA VITA PER GLI ALTRI

TARGA ALLA MEMORIA “LA VITA COME DONO”

Napoli 10 novembre 1988

*  4^ PASSEGGIATA ECOLOGICA IN DIFESA DEL VERDE

TROFEO CARABINIERI

GANCI-PIGNATELLI

Castel Morrone 24 luglio 1988

*COMANDO GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

ENCOMIO SOLENNE

-come prima attestazione di merito –

“alla memoria”

CONCESSO AL CARABINIERE PIGNATELLI LUCIANO

DAL GENERALE DI CORPO DI ARMATA

COMANDANTE GENERALE

ROBERTO JUCCI

Roma, 19 aprile 1988

*ASS. NAZ. CARABINIERI

SEZ. C.RE “Luciano Pignatelli”

MEDAGLIO D’ORO V. MILITARE

MONDRAGONE, 12 dicembre 1993

*1997 CASTEL MORRONE

INTITOLAZIONE PIAZZA PER COMMEMORARE 10 ANNI DALL’ACCADUTO

Castel Morrone , dicembre 1997

*ASS. NAZ. CARABINIERE Luciano PIGNATELLI

CAIAZZO -Caserta

*GIOVINAZZO 1999

ASS. NAZ. CARABINIERE Luciano PIGNATELLI

* ”GLI ALLIEVI DEL 102° CORSO CAR. M.O.V.M.

ALLA MEMORIA DI LUCIANO PIGNATELLI”

Ai familiari dell’eroico caduto

al cui fulgido esempio si ispireranno nel corso della loro vita militare.

Roma, 8 ottobre 1994

*SCUOLA ALLIEVI CARABINIERI

DI TORINO

Gli allievi del 213° CORSO

“CARABINIERE LUCIANO PIGNATELLI,

al cui fulgido esempio si ispireranno nel corso della loro vita militare”

Torino, 20 dicembre 1997

*1990

A ROMA NEL MUSEO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI VIENE ESPOSTO E CUSTODITO UN RITRATTO MEZZO BUSTO IN PITTURA DI LUCIANO PIGNATELLI.

*GIOVINAZZO

2 DICEMBRE 2022

CERIMONIA DI INTITOLAZIONE DELLA CASERMA DEI CARABINIERI DI GIOVINAZZO A LUCIANO PIGNATELLI,

MEDAGLIA D’ORO AL VALORE MILITARE

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Luoghi
mappa Giovinazzo
Luoghi

Giovinazzo

Giovinazzo è una ridente cittadina a 20 km a Nord di Bari, bagnata dalle acque del Mar Adriatico. Molto caratteristico il porticciolo e il centro storico medievale.

Luoghi
mappa Castel Morrone Caserta
Luoghi

Castel Morrone Caserta

Un piccolo comune alle porte di Caserta, che negli anni '80 è stato un luogo infestato dalle faide camorristiche.

Giornali locali dell'epoca riportano la notizia.

Giornali locali dell'epoca riportano la notizia

Giornali locali dell'epoca riportano la notizia

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Bibliografia

  • SITOGRAFIA

    https://www.facebook.com/watch/?v=738234829704803

    https://giovinazzolive.it/2017/12/04/trentanni-fa-il-sacrificio-di-luciano-pignatelli-il-ricordo-del-fratello-paolo/

    https://www.google.com/search?q=LUCIANO+pIGNATELLI&rlz=1C1GCE

  • BIBLIOGRAFIA

    Francesco Andriano

    Parlata e Gens di Giovinazzo

    Collana Studi Demologici-2014


    Raffaele Sardo

    LA SEDIA VUOTA

    Storie di vittime innocenti della criminalità

    IOD Edizioni, 2018



Autori

Classe 2^B S.S.S.1° GRADO dell'I.C. don Bavaro-Marconi Giovinazzo -BA-

  • Prof.ssa Nicoletta Maldari (coordinamento)
  • Angela Barbolla
  • Sabrina Dangelico