Concilio Vaticano II

a cura di Gruppo 3 - 4H Liceo Blaise Pascal

Il lavoro intende delineare sommariamente i motivi che spinsero la Chiesa di Roma ad indire un Concilio ecumenico nella seconda metà del ‘900, indicarne i suoi protagonisti e individuare gli elementi di novità che vennero introdotti nella Comunità cattolica a partire da esso.

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Foto attuale del Monastero di San Paolo di Roma, presso il quale il Papa indisse il Concilio Vaticano II

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Il Concilio Vaticano II

1.   Il Concilio: introduzione 

Il Concilio Vaticano II fu un’assemblea, indetta il 25 dicembre 1961, che si riunì per la prima volta l’11 ottobre del 1962 e durò fino al 1965, per tre anni. Essa fu una riunione di tutti i vescovi del mondo, che si incontrarono per modificare dall’interno la visione e la missione della Chiesa cattolica romana, al fine di renderla più adatta al contesto sociale dell’epoca; per questo è stato definito il maggior tentativo di riforma della chiesa cristiana (e sicuramente il meglio riuscito). 

Fu convocato dal settantottenne Papa Giovanni XXIII (Angelo Roncalli), detto “il Papa buono” per la sua indole pacata e benevola, nonché colui che, grazie alla sua flessibilità e apertura alla modernità, ebbe tutte le caratteristiche per essere il portavoce di questa nuova visione di chiesa. Tuttavia, non riuscì a concludere la riforma, poiché morì prima; gli successe Paolo VI, che, al contrario di come molti pensavano, terminò il progetto iniziale, chiudendo il Concilio nel 1965. 

Il Concilio Vaticano II si tenne nella Basilica di S. Pietro e fu ben diverso, per temi e conclusioni, da quello che lo precedette (interrotto dalla presa di Roma, sotto il Regno D’Italia).

Quando il Concilio fu convocato, la Basilica di S. Pietro, che lo ospitò, fu preparata per gli eventi assembleari assumendo la forma di un parlamento, con scalinate lignee poste lungo i muri. 

Il Concilio Vaticano II è, inoltre, ritenuto un caso unico nella storia cristiana poiché fu il primo Concilio ad essere indetto per ragioni del genere e, cosa più importante, 

«Lo scopo non era, come per i Concili del passato, di condannare l’una o l’altra eresia o di affermare l’una o l’altra verità di fede, né di contrapporsi a movimenti scismatici. Il Vaticano II è stato convocato al fine di ridire e quasi ridefinire l’identità cristiana, presa nel suo insieme e nei suoi aspetti principali, nel contesto storico e culturale dell’ umanità globalizzata».[1]

Grazie alle conclusioni tratte dall’assemblea, infatti, si rinnovarono totalmente la celebrazione della messa e soprattutto la partecipazione dei fedeli: grazie a questo rinnovamento, infatti, il 07 marzo 1965, per la prima volta si iniziò a recitare la messa in "volgare". Tutti divennero in grado di capire perfettamente le parole del sacerdote, che in precedenza recitava la messa di spalle, rendendo i fedeli poco attivi e non molto coinvolti nella celebrazione.  

 

2.   Lo svolgimento del Concilio 

La sera dell’11 ottobre 1962, giorno in cui ebbe inizio il Concilio, si riunirono in piazza San Pietro moltissimi fedeli poiché volevano chiedere al Papa di affacciarsi. Ciò non era previsto, ma il Papa si affacciò lo stesso. Ci furono molti uditori, tra Cristiani e non. Quando si affacciò, Papa Giovanni XXIII improvvisò un discorso che passò alla storia come “Discorso della luna” che terminò con queste parole: 

«Tornando a casa, troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare, dite una parola buona: il Papa è con noi, specialmente nelle ore della tristezza e dell’amarezza».[2]

Il Papa in quei giorni sapeva già che non avrebbe portato a conclusione il Concilio a causa di un tumore allo stomaco.

I cardinali della Curia, cioè dell’amministrazione romana, rimasero sorpresi dall’idea di iniziare il Concilio. I primi atti da parte del pontificato di Roncalli, che gli storici definivano “intransigente” poiché non voleva nessun compromesso con la modernità, risultavano fino ad allora in linea con quelli degli altri Papi. Negli anni precedenti al Concilio, il Sant’Uffizio aveva vietato il fenomeno dei preti operai, cioè sacerdoti che lavoravano per comprendere e condividere le fatiche e i sacrifici quotidiani degli operai. Alcuni studiosi biblici erano stati sanzionati poiché eseguivano letture diverse da quelle della dottrina. 

Quando Roncalli scrisse la bolla con la quale dichiarò l’inizio del Concilio, fu una sorpresa e da quel momento per il Papa cominciò quella che lui chiamò la “solitudine istituzionale”, poiché egli operò di sua volontà senza appoggi. Il messaggio della bolla era quello di non guardare più ai cambiamenti relativi alla società come “profeti di sventura”.  

«Nelle attuali condizioni della società umana essi non sono capaci di vedere altro che rovine e guai; vanno dicendo che i nostri tempi, se si confrontano con i secoli passati, risultano del tutto peggiori (…) A noi sembra di dover risolutamente dissentire da codesti profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio, quasi incombesse la fine del mondo».[3]

Il Concilio si divise in quattro sessioni a partire dall’anno d’inizio, 1962, per i successivi tre anni. A partecipare furono in più di 2000 tra vescovi, patriarchi, abati e dirigenti di ordini. Gli europei furono solo il 33% per la prima volta nella storia; i progressisti furono in maggioranza rispetto agli intransigenti e questo influenzò le decisioni prese nel Concilio. 

In precedenza, il Concilio era sempre stato considerato un organo come il Parlamento, quindi era diviso in: “intransigenti”, in cui c’erano i più o meno tradizionalisti, poi il vero “partito della Curia”. Nei progressisti, i più attivi erano i delegati francesi e tedeschi, il movimento ecumenico che richiedeva una maggiore libertà nello studio della Bibbia e nei confronti delle altre chiese. Il movimento liturgico proponeva una riforma della liturgia, che era modellata ancora dalle regole del Concilio di Trento della metà del ‘500.

Nel Concilio, le decisioni liturgiche furono quelle più importanti. I cambiamenti apportati sono stati: la messa anche in lingua volgare, la partecipazione attiva da parte dei fedeli e il fatto che il sacerdote celebrasse la messa rivolto verso di loro, ma anche l’intervento da parte dei fedeli durante la celebrazione. Ci fu una modifica molto significativa a livello strutturale, infatti tutti gli altari furono sostituiti da nuovi altari collocati più in basso rispetto a prima, per dare l'idea di una maggiore vicinanza tra Dio e i fedeli.

Il nome del Sant'uffizio venne cambiato, a causa della riforma della Curia, e divenne la Congregazione per la Dottrina della Fede.

Furono presenti anche significativi cambiamenti dottrinali. Si ammise che “la parola di Dio” essendo “tramandata nella storia” potesse essere compresa solamente tenendo conto del contesto storico. Con questo finì l'interpretazione letterale e atemporale (decontestualizzata dal momento storico) dei testi sacri e iniziò l’adattamento del linguaggio della Chiesa ai tempi.

In alcuni documenti del Concilio, inoltre, la Chiesa afferma che ci sono "semi di verità" anche nelle altre chiese e ci sono dei valori positivi e morali anche nelle religioni non cristiane. In un altro documento il Concilio approva e riconosce la libertà religiosa, per cui il perseguimento della Verità (credere nel Dio cattolico) non può essere imposto per legge.

 

3.   Le conseguenze 

Questo “aggiornamento” della Chiesa fu considerato, da alcuni, un atto eccessivo che provocò una rottura interna con l’allontanamento di alcune correnti tradizionaliste tra cui la più celebre fu quella lefebvriana (dal nome del vescovo Marcel Lefebvre che fu scomunicato nel 1988 dopo aver raccolto seguaci con le sue tesi contro la Chiesa). 

Un'altra importante corrente tradizionalista fu quella dei sedevacantisti, i quali pensano che, a partire dal Concilio, la sede papale debba considerarsi vacante (senza papa) poiché non ci sono stati più veri papi.

[1] "A 50 ANNI DAL CONCILIO VATICANO II", dal sito famigliacristiana.it, consultato martedì 9 marzo 2021 (https://m.famigliacristiana.it/articolo/a-50-anni-dal-concilio-vaticano-ii_5076431.htm);

[2] http://www.vatican.va/content/john-xxiii/it/speeches/1962/documents/hf_j-xxiii_spe_19621011_luna.html

[3] http://www.vatican.va/content/john-xxiii/it/speeches/1962/documents/hf_j-xxiii_spe_19621011_opening-council.html

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Foto della Basilica di San Pietro negli anni ‘60

https://images.app.goo.gl/D8VowyCeZE9ewQRM9

Foto attuale dell’interno della Basilica di San Pietro in Vaticano

https://images.app.goo.gl/f3YzbugRfRtdSSqL8

Nei ricordi di due fedeli i cambiamenti portati dal Concilio

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Bibliografia


Autori

Gruppo 3 - 4H Liceo Blaise Pascal

  • prof.ssa Sandra Penge (coordinamento)
  • prof.ssa Emanuela Quercia (coordinamento)
  • Andrea Ceccarelli
  • Dalila Sofia Fabbrica
  • Roberta Trevisani