Canicattì ieri e oggi

a cura di Giada

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Luoghi
mappa Canicattì
Luoghi

Canicattì

Canicattì é un comune italiano di 34.354 abitanti del libero consorzio comunale di Agrigento in Sicilia. Sorge a 465 m sul livello del mare, si estende per 91 Km2

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Introduzione

La storia di Canicattì inizia nel 1061 con la conquista dei Normanni in Sicilia. Già nel 1467 Andrea De Crescenzio ottenne il consenso per allargare i confini della Città che si estesero fino ai territori della provincia di Caltanissetta, Serradifalco, Montedoro, Racalmuto, Castrofilippo, Naro e Delia. Successivamente passò ai Bonanno che tennero la baronia dal 1505 al 1819.

Quando si parla di Canicattì di solito si pensa alle sue vittime di mafia, il Giudice Livatino ed il Giudice Saetta ed il figlio Stefano, ma oltre a questi pregevoli esempi, la città è piena di ricordi del suo fiorente passato.

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L’ uva Italia e la fioritura economica

L’ uva da tavola “Italia” arriva a Canicattì negli anni '70, gli agricoltori e imprenditori e figure professionali al di fuori dell’agricoltura iniziano a credere in questo progetto.

Nel giro di pochi anni la coltivazione di “uva Italia” inizia a dare i suoi frutti e progressivamente e a sostituire la tradizionale coltivazione del mandorlo, dei cereali e delle leguminose.

L’uva Italia da tavola canicattinese è l’unica in tutta Europa ad avere ottenuto la Indicazione Geografica Protetta. Il riconoscimento impone delle caratteristiche fondamentali, tra cui la dimensione del grappolo che dovrà essere minino di 350, 400 grammi. Grazie allo sviluppo di questa coltura Canicattì ha vissuto un boom economico senza pari, boom che ha visto crescere la cittadina in modo esponenziale portandola ad avere un' importanza notevole sui mercati nazionali ed esteri.

La prima sagra dell’uva canicattinese ebbe luogo nel 1973 grazie al sindaco Giuseppe Guarnieri, all’ insegna del folklore e della musica e all’ entusiasmo di tutte quelle persone presenti in piazza IV Novembre.

La tradizione della sagra viene svolta ogni anno con sempre ricorrenti novità.

La protagonista assoluta è, pur sempre, l’uva che viene esposta nelle vetrine e trasportata scenicamente sui carretti; nel 1973 fu istituita la competizione della vetrina più bella, lo scopo era quello di rendere al meglio il simbolo e il significato della sagra.

Con lo sbocco economico dell’uva Italia l’economia canicattinese si incrementa dando vita alle esportazioni ma anche alla creazione di banche locali che al tempo uva Italia sono:

Banca Popolare dell'Agricoltura, Banca Popolare Siciliana, Cassa Rurale, Banco di Sicilia, Banca San Francesco, Banca Vittorio Emanuele.

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Agostino La Lomia L'ultimo dei Gattopardi

I baroni più conosciuti di Canicattì appartennero alla famiglia La Lomia; tra di essi, uno dei più illustri, fu il barone Agostino La Lomia, l’ultimo rampollo di questa nobile famiglia, nato il 30 gennaio 1905. Amava la bella vita, sempre presente nelle grandi manifestazioni mondane. Ideatore di scherzi, si esibiva nelle più disparate occasioni attirando su di sè l'attenzione dei media.

Per conquistare la personalità di uomo di cultura entrò a far parte dell’Accademia Parnassiana.

La vita personale del barone fu segnata dalla perdita del palazzo più importante di Palermo di piazza Politeama.

Il barone si ritirò a Canicattì e visse tristemente e in solitudine i suoi ultimi anni.

Il 22 Ottobre 1967 si autocelebrò un finto funerale nel       cimitero di Canicattì ed inaugurò la sua tomba brindando con   vino e mangiando pane e mandorle. Morì solo, vittima delle sue paure e della sua misoginia.

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Il Giudice Antonino Saetta

Canicattì è fiera di aver dato i natali al giudice Antonino Saetta nato il 25 ottobre 1922. Giovanissimo entrò in magistratura nel 1948, la prima sede fu in Piemonte e successivamente venne trasferito a Caltanissetta nel 1955.

Nel 1985 ricoprì il ruolo di Presidente della Corte d'Assise d'Appello di Caltanissetta dove si occupò per la prima volta di un importante processo di mafia.

Si trasferì definitivamente a Palermo come Presidente della prima sezione della Corte D'Assise d'Appello dove si occupò di altri importanti processi per mafia.

Fu il primo magistrato giudicante ucciso dalla mafia insieme al figlio Stefano, nella sera del 25 settembre 1988, sulla strada AG-CL mentre da Canicattì rientrava a Palermo dopo il battesimo del nipote.

La scuola da me frequentata é intitolata ai giudici Saetta e Livatino e per noi alunni é un continuo monito ad operare nella legalità e nella giustizia, in memoria del loro esempio

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Il Giudice Beato: Rosario Angelo Livatino

Rosario Angelo Livatino nasce a Canicattì il 3 ottobre del 1952. Esso è uno dei personaggi più famosi della città ma anche di tutta Italia, è famoso per essere un martire della mafia come Falcone e Borsellino. Viene ucciso il 21 settembre del 1990 sulla SS 640 Caltanissetta-Agrigento mentre si recava, senza scorta in tribunale, per mano di quattro sicari assoldati dalla Stidda agrigentina un organizzazione mafiosa in contrasto con Cosa nostra. Era a bordo della sua vettura, una vecchia Ford Fiesta, tentò disperatamente una fuga a piedi attraverso i campi limitrofi ma, già ferito da un colpo ad una spalla, fu raggiunto dopo poche decine di metri e freddato a colpi di pistola.

Il 19 luglio 2011 è stato firmato dall'arcivescovo di Agrigento, il decreto per l'avvio del processo diocesano di beatificazione, aperto ufficialmente il 21 settembre 2011 nella chiesa di San Domenico di Canicattì.

 Il 21 dicembre 2020 papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle cause dei santi a promulgare il decreto riguardante il martirio, aprendo la strada alla sua beatificazione. La cerimonia di beatificazione si è svolta il 9 maggio 2021 nella Cattedrale di Agrigento, nell'anniversario della visita apostolica di papa Giovanni Paolo II nella città dei Templi.

Livatino è il primo magistrato beato nella storia della Chiesa cattolica. 

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Lu Tri di Maju

Una festa tradizionale di Canicattì è “lu tri di Maju” oppure festa di “lu Crucifissu”. Fino agli anni '50 "Li Tri di Maiu" era una delle più belle e significative feste della Sicilia: esprimeva la tradizionale autenticità della civiltà contadina della nostra terra.

La festa si svolgeva in otto giorni con una fiera di mercanzie e bestiame, con giochi vari, offerta di grandi ceri, una sfarzosa sfilata di muli e cavalli, la così detta “RIETINA”, fuochi artificiali, canto e altre cose. Il 3 maggio, il giorno della festa, ancora oggi, sfilano la Madonna e il Crocifisso e si porta la Madonna nella chiesa di San Francesco. Entrata la Madonna, il Crocifisso continua il suo cammino verso Borgalino, la piazza viene adornata di luci colorate. La festa continua per otto giorni fino alla domenica successiva dove il Crocifisso fa il giro del rione. Ogni anno si forma una delegazione chiamata “confraternita del Crocifisso”. Nel 1992 è stata inserita "la sagra di l'ova duri e di li cacuocciuli" offerta di uova sode e carciofi lessi.

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Nella chiesa che erge maestosa nel centro storico di Canicattì, si celebra la festa di Lu tri di Maju e qui é custodito il SS Crocifisso. Particolare é il rivestimento dei mezzi pilastri in cotone multicolore realizzato all'uncinetto.

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Il carnevale canicattinese

Il carnevale a Canicattì iniziò nel 1999 con piccoli carri, ma già dalla terza edizione la festa inizia a prendere la sua forma, si comincia a vedere qualcosa di bello, grazie alla maestria di artisti e semplici giovani animati di tanta volontà.

Nel 2003 aumenta il numero dei carri da 8 a 10. I carri hanno la presenza di grande pregio sia nella modellazione che nei movimenti meccanici, sono accompagnati da gruppi di ballo formati da decine di ragazzi che per mesi preparano le coreografie, presentano un inno musicale realizzato sul tema trattato dal carro allegorico e musiche varie.

A vedere la sfilata c’ erano persone provenienti da tutta la Sicilia ed era il terzo carnevale più bello dopo Acireale.

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Storytelling

Canicattì ieri e oggi

Canicattì é un centro di circa 38.000 abitanti in provincia di Agrigento che si erge a 642 metri sul livello del mare.

La storia di Canicattì inizia nel 1061 con la conquista dei Normanni in Sicilia. Già nel 1467 Andrea De Crescenzio ottenne il consenso per allargare i confini della Città che si estesero fino ai territori della provincia di Caltanissetta, Serradifalco, Montedoro, Racalmuto, Castrofilippo, Naro e Delia. Successivamente passò ai Bonanno che tennero la baronia dal 1505 al 1819.

Quando si parla di Canicattì di solito si pensa alle sue vittime di mafia, il Giudice Livatino ed il Giudice Saetta ed il figlio Stefano, ma oltre a questi pregevoli esempi, la città è piena di ricordi del suo fiorente passato.

Autori

Giada

  • Prof.ssa Iannicelli (coordinamento)
  • Giada Carusotto