Andrea Camilleri, "Padre del Commissario Montalbano"

a cura di Team Camilleri - I.I.S. G.B. Odierna Palma di Montechiaro

Andrea Camilleri, scrittore, attore, regista e docente di regia all'Accademia nazionale d'arte drammatica, è un grande autore di gialli ambientati in Sicilia, nell'immaginaria Vigàta, incentrati sulla figura dell'incorruttibile Commissario Montalbano difensore dei valori della Costituzione.

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Ritratto di Andrea Camilleri: l'uomo e lo scrittore

Il 6 settembre 1925 a Porto Empedocle, località marinara siciliana, nota per la splendida costa sabbiosa bagnata dal Mediterraneo, nasce Andrea Camilleri, uno dei più prolifici autori contemporanei di storie ambientate nel cuore della Sicilia. Camilleri viene ricordato come un artista a tutto tondo: fu attore, regista, scrittore, docente di regia all'Accademia nazionale d'arte drammatica. Nel 1943 consegue il diploma presso il Liceo Classico Empedocle nella sua città natale, pur non sostenendo l’esame di stato a causa dello sbarco americano. Al termine del secondo conflitto mondiale si trasferisce ad Enna con la sua famiglia dove conosce lo scrittore Franco Cannarozzo, autore di romanzi fantascientifici, che farà nascere nel giovane Camilleri la passione per la scrittura. Dopo il trasferimento a Roma, frequenta l’Accademia di Arte drammatica divenendo in seguito docente di Istituzioni di Regia. Nel 1949 inizia la sua carriera di regista, autore e sceneggiatore televisivo e teatrale. Durante questi anni conosce e sposa la moglie Rosetta dello Siesto che lui stesso definiva “spina dorsale” della sua esistenza; da Rosetta avrà tre figlie, Mariolina, Andreina ed Elisabetta. L’esordio nella narrativa avviene nel 1978 con la pubblicazione del romanzo Il corso delle cose. Da quel momento si dedicherà con passione alla scrittura di romanzi storici e gialli che gli permetteranno di affacciarsi al grande pubblico. Il successo letterario, arrivato tardi, inizia dopo la pubblicazione di romanzi, quali Un filo di fumo, Il birraio di Preston, ll re di Girgenti, ambientati tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 nell’immaginaria Vigàta, città siciliana identificata con Porto Empedocle, che ritroveremo nella successiva produzione letteraria.

Il cosiddetto “fenomeno della serie dei gialli di Montalbano” inizia precisamente nel 1994 con la pubblicazione del romanzo La forma dell’acqua cui ne seguiranno ben altri 31. Nel 2020 alle serie si aggiungerà “ Riccardino”, scritto alcuni anni prima della morte, revisionato in seguito solo dal punto di vista linguistico e pubblicato post mortem per volontà dell’autore. Questi romanzi raccontano tutto il suo mai affievolito amore per la Sicilia, ne danno prova la scelta dell’ambientazione, della lingua, delle tradizioni, della casa editrice Sellerio di Palermo e le bellissime cartoline poste come copertina ai “libri blu” di Montalbano che riproducono immagini tratte da quella terra cui restò sempre legato.

Nel 1999 nasce la serie televisiva in RAI incentrata sulla figura di Salvo Montalbano interpretato dall’attore Luca Zingaretti. Intanto nel mondo venivano vendute oltre 30 milioni di copie, molte delle quali tradotte in varie lingue, compreso il cinese. Tale successo fece di Camilleri ormai un autore di culto. Il 17 luglio 2019 l’Italia pianse la scomparsa, all'età di 93 anni, dell’ultimo grande scrittore siciliano molto apprezzato in Europa e nel mondo.

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Andrea Camilleri, Roma 1998

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La serie dei libri di Montalbano

La serie dei “gialli di Montalbano” inizia nel 1994 con il romanzo La forma dell'acqua, primo romanzo poliziesco con protagonista il Commissario Montalbano, personaggio che s'impone nel panorama letterario del romanzo giallo in Italia e poi nel mondo. Seguono negli anni a venire pubblicazioni di nuovi romanzi e di raccolte di racconti sempre incentrati sulle indagini del commissario. Di particolare interesse è Il ladro di merendine, pubblicato nel 1996, che contribuisce a fornire informazioni nuove sulla figura di Montalbano che serviranno meglio a delineare i sentimenti del personaggio e a creare un più profondo legame affettivo con il pubblico di lettori. Nel 2005 Camilleri scrive Riccardino, destinato a chiudere la serie, pubblicato post mortem per volontà dello stesso autore, il 16 luglio del 2020. Vengono pubblicate 2 versioni di questo romanzo: una frutto di una revisione linguistica effettuata nel 2016 dall’autore, l’altra è l’ originaria stesura che fu scritta nel 2005. 

Tutte le indagini del commissario Montalbano sono narrate nei seguenti testi:

La forma dell’acqua                     

Il cane di terracotta

Il ladro di merendine

La voce del violino

La gita a Tindari

L’odore della notte

Il giro di boa

La pazienza del ragno

La luna di carta

La vampa d’agosto

Le ali della sfinge

La pista di sabbia

Il campo del vasaio

L’età del dubbio

La danza del gabbiano

La caccia al tesoro

Il sorriso di Angelica

Il gioco degli specchi

Il corso delle cose

Una lama di luce

Una voce di notte

Un covo di vipere

La piramide di fango

Morte in mare aperto

La giostra degli scambi

 L’altro capo del filo

La rete di protezione

Un mese con Montalbano

Il metodo Catalanotti

Gli arancini di Montalbano

Il cuoco di Alcyon

Riccardino

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Sono 32 i libri gialli dalla copertina blu incentrati sulla figura del commissario Montalbano

Copertina di un romanzo giallo della serie Montalbano raffigurante un luogo immaginario della Sicilia con chiari elementi distintivi quali il porto, le imbarcazioni, il faro e il mare azzurro.

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Il "Giallo Montalbano"

Il nome del protagonista è stato voluto dall’autore per rendere omaggio a un altro scrittore di gialli, lo spagnolo Manuel Vazquez Montalban. I protagonisti dei romanzi polizieschi di Camilleri e di Montalban hanno alcuni tratti in comune: i modi a volte non convenzionali adottati nello svolgersi di indagini investigative, la passione per la buona cucina e per la lettura e una storia d’amore piuttosto complicata. L’atmosfera da cartolina che fa da sfondo alle vicende narrate da Camilleri è tutta siciliana, come l’autore, e precisamente è ispirata ai luoghi di Porto Empedocle e della provincia di Agrigento. Camilleri ha ricreato, dunque, luoghi ideali siciliani, come la celebre Vigàta in provincia di Montelusa, mescolando insieme il ricordo per la sua terra natìa e l’invenzione, generando racconti polizieschi al limite tra tragedia, dramma e comicità. Ed è forse per questo che i racconti seducono un vasto e fedele pubblico di lettori. Con il suo stile inconfondibile lo scrittore presenta situazioni complesse anche drammatiche e intricate che coinvolgono i personaggi perfettamente ambientati nella cultura e nelle tradizioni siciliane. Ci penserà poi il Commissario Montalbano, con la sua arguzia, il suo intuito e la sua intelligenza a cogliere ogni piccolo indizio o dettaglio nei comportamenti e nei gesti della gente implicata, necessari a ricostruire i fatti accaduti, scoprendone movente e colpevole. “ In questo consisteva il suo privilegio e la sua maledizione di sbirro nato: cogliere a pelle, a vento, a naso, l’anomalia, il dettaglio macari impercettibile che non quatrava con l’insieme…” (da: A. Camilleri, Un mese con Montalbano, Palermo, Sellerio Editore,1998)

La penna di Camilleri ha saputo, dunque, dare al personaggio protagonista quei giusti segni caratteristici che lo rendono affascinante e seducente al tal punto che il pubblico si affeziona facilmente. L’ideatore stesso dice in un’intervista : “Devo dire che (i segni caratteristici)mi furono chiari fin da subito: doveva essere un uomo intelligente, fedele alla parola data, restio agli inutili eroismi, colto, un lettore, pacato ragionatore, privo di pregiudizi. Un uomo che si poteva tranquillamente invitare a cena in famiglia. Un uomo che quando voleva capire, capiva come scrissi già dal primo romanzo”. Un uomo che presenta, quindi, caratteri comuni, un antieroe onesto, sincero, leale ma anche bisbetico, irascibile, diffidente, mai ambizioso anzi timido a tal punto che evita le interviste e le conferenze stampa perché s’impaccia come un bambino : “balbuziente, esitante, strammàto, stunàto, perso, ma sempre con gli occhi spiritati”. Negli ultimi romanzi lo troviamo alle prese con una crisi d’età: si ritrova stanco, deluso dalla realtà che gli appare sempre più complessa pur continuando a mantenere la sua incorruttibilità. Il lettore, affascinato e divertito nello stesso tempo, segue le indagini brillanti di Montalbano pur sapendo che queste non sempre portano all’arresto del colpevole. A Camilleri, infatti, interessa soffermarsi sul movente, sulle cause che hanno provocato il delitto o il reato piuttosto che sulla punizione o sull’arresto, perché sembrano rivelare meglio la dimensione e il volto umani dei personaggi colpevoli che all’inizio del racconto a volte sembrano borderline.

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Il Commissario Montalbano a Porto Empedocle. Camilleri non dà mai una descrizione fisica completa del suo commissario, ma sostiene di essersi originariamente ispirato ai tratti del regista e attore Pietro Germi, ben visibili nella statua.

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I personaggi secondari e i temi

Fanno da cornice a Montalbano alcuni personaggi collaboratori seriali: Livia, la fidanzata, Adelina, la governante, Mimì Augello, il vice, l’ispettore Fazio e il fedele Catarella, il centralinista, collaboratore affezionato al commissario. Questi collaborano e interagiscono con il protagonista mettendo in mostra vizi e virtù anche in modo comico e divertente. Basta pensare alla cura maniacale dell’ispettore Fazio nello scrivere in bigliettini di carta date, nomi e informazioni utili alle indagini, oppure al linguaggio storpiato di Catarella che fa nascere spassosi equivoci o ancora alle avventure galanti dell’impenitente vice Augello. Interessante sembra anche il contrasto tra le figure delle donne di Montalbano come Livia, la perenne fidanzata, leale, continentale con una mentalità aperta e Adelina, governante e brava cuoca del commissario che incarna le caratteristiche di donna sicula d'altri tempi, curiosa e maliziosa. Essi si muovono in luoghi che richiamano chiaramente la Sicilia di Camilleri con i loro costumi, le loro tradizioni, le bellezze paesaggistiche, la lingua colorita. L' ambiente fa da sfondo a tematiche abbastanza scottanti quali: migranti africani, prostituzione, mafia e politica. Ma dai romanzi si coglie il fatto che la mafia resta marginale, appena accennata, ma disprezzata, e non viene mai presentata come movente principale di un crimine. Camilleri stesso dice che “non bisogna esaltare la mafia con la letteratura…, non bisogna conferire ai mafiosi dignità di personaggi letterari”. La dignità letteraria invece è tutta del protagonista e dei suoi aiutanti perché, nella visione ottimistica dello scrittore, essi rappresentano la speranza di una società di uomini onesti e giusti che operano per renderla migliore utilizzando come "arma" la Costituzione. Camilleri ripone, infatti, una grande fiducia nell’uomo capace di creare, se vuole, un futuro migliore. 

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La seduzione della lingua vigatese

La lingua vigatese è la lingua inventata da Andrea Camilleri per la celebre raccolta di romanzi basati sul commissario di Vigàta. Nasce inizialmente da una considerazione di Camilleri: quando comincia a dedicarsi al teatro comprende che le opere da rappresentare non si potevano realizzare nella lingua italiana e, influenzato dall'uso letterario del dialetto di Carlo Goldoni, Gioacchino Belli e Carlo Porta, acquisisce una nuova visione per la lingua scritta non trascurando di valorizzare il dialetto siciliano. La decisione finale di usare la lingua dialettale per le sue opere, avviene durante l’ultimo periodo di vita del padre, quando in punto di morte, Andrea Camilleri cerca di distrarlo inventando un racconto ricco di espressioni dialettali che, non riuscendo a scrivere e dunque a pubblicare in italiano, sotto consiglio del padre lo pubblica "come lo aveva narrato". Da qui nasce il vigatese che, secondo Salvatore Silvano Nigro "...é una lingua d’invenzione, viva e fantastica che, con il sostegno dei lettori, si è evoluta negli anni…È un dialetto che arriva a influenzare fantasticamente l’italiano”.

È, dunque, una raffinata unione di un italiano siciliano e un italiano nazionale che dà vita a espressioni felici, vivaci e divertenti. Camilleri in una intervista, parlando della sua scrittura dice: “L’ideale della mia scrittura è di farla diventare un gioco di leggerezza, un intrecciarsi aereo di suoni e parole. Vorrei che somigliasse agli esercizi di un’acrobata che vola da un trapezio all’altro facendo magari un triplo salto mortale, sempre con il sorriso sulle labbra, senza mostrare la fatica, l’impegno quotidiano, la presenza del rischio che hanno reso possibili quelle evoluzioni. Se la trapezista mostrasse la fatica per raggiungere quella grazia, lo spettatore certamente non godrebbe dello spettacolo.”

Secondo Camilleri i personaggi di Vigàta devono esprimersi con la lingua del luogo e non con l’italiano nazionale che può neutralizzare la caratterizzazione degli ambienti descritti e degli stessi personaggi. La lingua, infatti, è espressione della società, delle tradizioni, della mentalità, dei modi di dire tipici della località. Così Camilleri crea il dialetto vigatese “mescidato” (meticciato) e “bastardo” perché è un incastonarsi simpatico e vicendevole di italiano e dialetto. La struttura grammaticale della lingua italiana, però, non viene rispettata in alcune espressioni in cui si ricorre all’uso del passato remoto, es. “Commissario, che fu? Che successe?”, oppure nelle enfatizzazioni di un concetto inventate dallo stesso scrittore “…ci voli parlari di pirsona pirsonalmente, d'ugenza uggentevoli, subbitissimamenti subbito!” o nell’uso del verbo posto alla fine come nella celebre frase “ Montalbano sono!” È anche vero, però, che Camilleri ebbe paura che la scelta linguistica dialettale escludesse il grande pubblico dalla lettura dei suoi romanzi per incomprensibilità. Invece quella scelta è la chiave del suo successo: la lingua vigatese seduce l’Italia da Sud a Nord grazie alla tipica espressività, vivacità e proverbialità. Qualsiasi lettore, dunque, riesce a comprendere il dialetto e le sue colorite espressioni acquistando man mano familiarità con esso. Le espressioni dialettali, infatti, che, potrebbero inizialmente sembrare incomprensibili, sono dagli stessi personaggi ripetute e chiarite con sinonimi e commenti e inserite in contesti in cui si deduce più chiaramente il significato. “ La lingua ibrida” riporta un articolo del Mattino “utilizzata dallo scrittore Andrea Camilleri ha avuto la capacità di far innamorare orde di lettori e di spettatori, tanto da far entrare diverse espressioni nel linguaggio comune. L’italo-siciliano, il linguaggio “bastardo”, non è affatto una mera trascrizione dal dialetto, quanto un’operazione filologicamente complessa che riguarda il recupero non solo di elementi lessicali, ma di sostanze del significato che, altrimenti, non sarebbero esprimibili”.

Quanto detto è dimostrato da alcune espressioni vigatesi, ormai entrate nel lessico comune, come:

  • Montalbano sono!: è la famosa frase con cui si presenta il Commissario quando bussa alla porta
  • Babbiare: scherzare.
  • Cabasisi: gli attributi. Sono frequenti le espressioni nel romanzo “scassare i cabassisi” . Il termine, in realtà, deriva dal nome di tuberi piccoli e dolci. 
  • Fuitina: secondo i siciliani è la fuga di due giovani innamorati che vogliono sposarsi contro la volontà dei genitori. La fuga costringe poi le famiglie ad acconsentire al matrimonio.
  • Ammazzatina: simpatico termine per indicare un omicidio
  • Camurrìa: scocciatura, situazione fastidiosa. Il termine deriva da “gonorrea”, una malattia lunga e difficile da curare, quindi fastidiosa.
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Ritratto di Andrea Camilleri, realizzato da Martina Lo Sardo

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Il Commissario Montalbano anche in TV

La serie televisiva del Commissario Montalbano viene trasmessa in TV dalla RAI in Italia il 6 maggio del 1999 e si divide in 14 stagioni di 36 episodi. Le prime tre stagioni sono andate in onda su Rai 2, invece dal 2002 su Rai 1. Questa serie televisiva è un adattamento ai romanzi di Andrea Camilleri e racconta la storia di Salvo Montalbano, il capo della polizia dell'immaginaria città siciliana di Vigàta. Ogni episodio riguarda crimini di mafia, omicidi e rapimenti, oltre a vari casi di illeciti locali siciliani. Soprattutto per il suo intuito e per il suo acume investigativo, l'antieroe Montalbano cerca sempre di trovare gli indizi giusti. Regista della serie era Alberto Sironi, divenuto famoso soprattutto per aver diretto dal 1999 fino alla sua morte (2019) gli episodi della serie. La produzione televisiva riscontrerà tantissimo successo in Italia, nonché in più di 20 paesi del mondo. Basta pensare che nel Regno Unito, nel 2016, la serie televisiva era compresa tra i primi dieci programmi più seguiti. Secondo l'attore Zingaretti il successo de "Il Commissario Montalbano" dipende, dal creatore Camilleri che ha creato un personaggio molto seducente non attratto dal successo, dal denaro e dalla carriera ma dagli affetti semplici e sinceri di chi lo circonda, contento di condurre una vita modesta ma onesta. Montalbano, dunque, rappresenta il tipo di uomo a cui tutti vogliono ispirarsi e che le donne vorrebbero come compagno di vita.

Gli attori e i personaggi della fiction sono:

Luca Zingaretti interpreta Salvo Montalbano

Cesare Bocci interpreta Mimì Augello

Peppino Mazzotta interpreta Giuseppe Fazio

Angelo Russo interpreta Agatino Catarella

Isabell Sollman interpreta Ingrid Sjöström

Davide Lo Verde interpreta Galluzzo

Marcello Perracchio interpreta Dr. Pasquano

Roberto Nobile interpreta Nicolò Zito

Katharina Böhm interpreta Livia Burlando (st. 1-8)

Lina Perned interpreta Livia Burlando (st.9)

Sonia Bergamasco interpreta Livia Burlando (st. 10+)

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Andrea Camilleri sfoggia il suo migliore sorriso in compagnia dell'attore Luca Zingaretti, attore della celebre serie televisiva "Il Commissario Montalbano".

Il Commissario Montalbano- La serie televisiva

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I luoghi della serie televisiva

Vigàta, Montelusa, Marinella sono cittadine immaginarie che riprendono i luoghi della vera Sicilia. La storia di Montalbano è ambientata a Vigàta, il cui nome è stato associato da Camilleri a Porto Empedocle. Il Commissario letterario vive in una casa sul mare sulle spiagge sabbiose che conducono a Sciacca (Fiacca nel romanzo). Nelle riprese della trasposizione tv del Commissario Montalbano si è scelta la zona orientale della Sicilia, dove i paesaggi verdi e il prezioso stile barocco degli edifici sembra prestarsi meglio come scenario pittoresco della fiction. Le città che fanno da cornice alle avventure di Montalbano sono Modica, Scicli, Noto ma in particolar modo la città antica di Ragusa Ibla con una splendida piazza, dove fa da sfondo il Duomo di San Giorgio. Un altro luogo importante della serie tv del Commissario Montalbano è il Castello di Donnafugata: qui si svolgono le conversazioni tra il commissario e il mafioso Balduccio Sinagra, mentre il labirinto del giardino compare nell'episodio "Viaggio a Tindari". II Palazzo del Municipio di Scicli diventa sede del Commissariato; la casa del commissario Montalbano, nelle spiagge del luogo immaginario di Marinella, nel film si trova a Punta Secca, un borgo marinaro in provincia di Ragusa. La casa di Montalbano, divenuta famosa e meta di turisti, è un bed and breakfast abbastanza ricercato. La bellissima veranda con le colonnine bianche che si affaccia nel mare azzurro è luogo di riflessione per il commissario, dove, infatti, lo vediamo ragionare sui casi più difficili da risolvere. Anche il lungomare di Marina di Ragusa ha un posto notevole nelle serie TV con le sue splendide spiagge e il lungomare.

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Camilleri e i luoghi di Montalbano

Un monumento per ricordare il Maestro. In alto: Punta Secca (Ragusa) e Agrigento. In basso: Porto Empedocle e la statua raffigurate il Commissario letterario.

"Non demordete mai dalle vostre idee, se ne siete convinti mantenetele fino all’ultimo. Che le vostre risposte siano sì o no. E soprattutto non cercate di spiegare il sì e il no, perché ogni spiegazione è già un compromesso"
cit. Camilleri
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Bibliografia

  • Caporale L., Fronte C., Forme e linguaggi, Novara, Casa Editrice Petrini, 2015, vol.A

    Andrea Camilleri breve biografia e contenuti dei suoi libri,⠀www.settemuse.it/libri/libri_andrea_camilleri.htm

  • I libri del Commissario Montalbano, www.librinews.it, 3 settembre 2020

    Camilleri A., Riccardino, Palermo, Sellerio Editore, 2020

  • Caporale L., Fronte C., Forme e linguaggi, Novara, Casa Editrice Petrini, 2015, vol.A

    Parmeggiani S., È morto Andrea Camilleri, papà di Montalbano, 17 luglio 2019, https://www.repubblica.it/robinson/2019/07/16/news/andrea_camilleri_mort


  • Camilleri A., Esercizi di memoria, Rizzoli, 2017

    Camilleri A., Riccardino, Palermo, Sellerio Editore, 2020

    Origini del vigatese, da www.unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

  • Fumarola S., Montalbano, arrivano le repliche, in www.Repubblica.it, 14 aprile 2021

    Fornesi I., Cala il sipario sulla serie TV del commissario Montalbano, in www.CorriereApuano.it, 22 febbraio 2021

  • I luoghi del Commissario Montalbano in Sicilia, www.thesicilianway.it


Autori

Team Camilleri - I.I.S. G.B. Odierna Palma di Montechiaro

  • prof. Carmelo Ferrara (coordinamento)
  • prof.ssa Pamela Todaro (coordinamento)
  • Anna Rita Contrino
  • Giuseppe Di Caro
  • Martina Lo Sardo
  • Luca Monachello
  • Maria Pia Onolfo